Nuova giornata di raid israeliani. Colpito un campo profughi mentre Hamas spara razzi verso Ashdod. 8 mila cinquecento le vittime, mentre da Rafah arrivano 80 camion di aiuti umanitari
Michele Raviart – Città del Vaticano
“Nessun luogo è sicuro al 100% a Gaza, la situazione rimane critica in tutta la Striscia”. A confermare quello che emerge dalle cronache di questi giorni è padre Gabriel Romanelli, parroco della Sacra Famiglia di Gaza. Nessun morto o ferito nella parrocchia, che dall’inizio della guerra ospita centinaia di rifugiati, anche se oggi è stato nuovamente colpito un edificio a poche centinaia di metri dalla Chiesa.
Colpito il campo profughi di Jabaliya
I bombardamenti israeliani su Gaza infatti continuano Almeno 50 persone nel campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia sono state uccise. Il bilancio è stato confermato dal Ministero della Sanità, che ha rettificato un comunicato iniziale in cui si parlava di centinaia di morti e oltre 150 feriti. Sei le bombe lanciate lungo un’intera fila di edifici. Almeno venti quelli distrutti, secondo alcuni testimoni sul posto. Secondo le autorità di Hamas, l’ospedale indonesiano di Beit Lahia ha smesso di funzionare a causa della carenza di carburante necessario per mantenere operativo il generatore d’energia elettrica.
Unicef: è un cimitero per migliaia di bambini
In totale il bilancio della giornata è di 219 morti. 8.525 le persone uccise finora a cui si aggiungono le prime due vittime israeliane, due soldati di vent’anni. Oltre 3.500 i bambini morti, tanto che l’Unicef parla di Gaza come di “un cimitero per migliaia di bambini e un inferno per tutti gli altri”. Almeno 67 i dipendenti dell’Unrwa uccisi, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi, con 22 feriti e 44 strutture distrutte comprese alcune scuole.
Continua l’identificazione delle vittime israeliane
In Israele, intanto, continua l’identificazione dei corpi dei civili vittime dell’attentato di Hamas del 7 ottobre scorso, l’85% del totale, mentre al momento è confermata la morte di 350 militari israeliani uccisi nel contrastare l’attacco islamista. Da Gaza, intanto, Hamas ha lanciato razzi verso la vicina città di Ashdod, ferendo quattro persone, di cui una in modo grave. Droni contro Eliat, nel sud del Paese, sono stati lanciati anche dai ribelle anche dai ribelli Houti dello Yemen, sostentuti dall’Iran, che hanno minacciato di continuare gli attacchi.
Blinken: senza aiuti il conflitto si diffonderà
In un’emergenza umanitaria che rimane costante, il ministero della Difesa israeliano ha annunciato l’arrivo di 80 camion di aiuti attraverso il valico di Rafah, al confine con l’Egitto. “Senza aiuti umanitari rapidi e duraturi, è molto piu’ probabile che il conflitto si diffonda”, ha affermato il segretario di Stato degli Stati Uniti Antony Blinken, intervenuto al Senato, la sofferenza aumenterà e Hamas e i suoi sponsor trarranno beneficio presentandosi come salvatori della disperazione che hanno creato”.