Una sessantina i partecipanti al primo incontro online sulla nuova piattaforma social promossa dal Dicastero per Laici, Famiglia e Vita a sostegno degli operatori della pastorale dei giovani e della famiglia. Metterà a servizio delle diocesi di tutto il mondo documenti, esperienze e idee per l’accompagnamento delle famiglie nella realtà attuale e per la promozione della cultura della vita
Adriana Masotti – Città del Vaticano
In un incontro online che si è tenuto ieri pomeriggio, il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha presentato ai coordinatori degli Uffici di pastorale familiare di diverse parti del mondo la piattaforma social SynAct Family (Synod in Action) promossa dal Dicastero stesso. L’iniziativa si colloca nel processo sinodale in corso che intende realizzare lo stile della sinodalità, quindi del camminare insieme, nella vita e nell’attività della Chiesa. La piattaforma intende inoltre contribuire all’attuazione dei Sinodi sulla famiglia (2014-2015) e di quello sui giovani (2018) mediante la condivisione di esperienze, iniziative, riflessioni e buone pratiche tra il Dicastero e i coordinatori nazionali e internazionali di pastorale giovanile e di pastorale familiare. Nel corso dell’incontro, il sottosegretario Gabriella Gambino, ha presentato anche il documento Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale che il suo Dicastero ha messo a disposizione delle Chiese locali, offrendo alcuni suggerimenti pratici su come attuarlo.
Gambino: mondo accademico e azione pastorale a servizio della famiglia
Nell’intervista con Vatican News – Radio Vaticana Gabriella Gambino parla delle opportunità della piattaforma SynAct Family e del nuovo documento, tracciando le nuove linee di azione che la Chiesa è invitata a percorrere per accompagnare in modo più efficace le famiglie, i giovani, gli anziani nella scoperta della loro specifica vocazione. Fondamentale poi, oggi, la sinergia tra ricerca culturale e pastorale per poter promuovere davvero la vita e la famiglia.
Gabriella Gambino, i due nuovi strumenti che il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha presentato ieri agli operatori della pastorale familiare sono due iniziative che si possono collocare in quel percorso sinodale che la Chiesa sta vivendo nell’ottica di realizzare la sinodalità come stile permanente e diffuso nella sua vita e missione. È così che sono state pensate?
Sì, sono state pensate proprio a partire dall’attuazione del percorso sinodale che deve potersi concretizzare nelle tre parole chiave che sono proprio il titolo di questo cammino: comunione, partecipazione e missione. Entrambi questi strumenti, infatti, sia SynAct Family, sia gli Itinerari catecumenali, mirano proprio a far sì che il lavoro della pastorale familiare nelle Chiese particolari si svolga in piena comunione con gli obiettivi di Amoris Laetitia e del Magistero della Chiesa sulla famiglia, creando tutte quelle condizioni che possano consentire alle famiglie, agli sposi, ai giovani, ai bambini, ai fidanzati e ai nonni di partecipare davvero alla missione della Chiesa consapevoli del loro battesimo e della grazia del sacramento del matrimonio. Quindi, sono strumenti che di per sé devono portare a questa partecipazione di ogni soggetto familiare alla missione della Chiesa.
Quali opportunità concrete la piattaforma social SynAct Family è in grado di offrire e a chi sarà messa a disposizione ?
SynAct è stata pensata proprio come una piattaforma che serve a mettere in dialogo i rappresentanti degli Uffici famiglia, le Conferenze episcopali, i movimenti e le associazioni familiari e i centri di istituti per la famiglia delle Università cattoliche di tutto il mondo. Questo perché l’obiettivo è proprio quello di mettere in dialogo la pastorale della Chiesa e il lavoro didattico di ricerca, quindi il pensiero accademico sulla famiglia, per metterla al centro del nostro impegno ecclesiale e sociale. Nella piattaforma si potranno condividere documenti ufficiali, risorse pastorali delle Conferenze episcopali, ma anche approfondimenti accademici che possono aiutare il lavoro pastorale nelle Chiese particolari, far circolare strumenti pastorali, riflessioni, esperienze, idee e così coordinare meglio le attività pastorali e le attività culturali un po’ in tutto il mondo, mettendo al centro la famiglia. L’obiettivo è partire dal principio di realtà, per questo si vuol utilizzare e diffondere all’interno della Chiesa tutti quegli strumenti pastorali che nascono dall’esperienza delle Chiese locali e che possono costituire per le altre Chiese particolari un modello, un esempio, un’idea che può sostenere la creatività di tutti per essere più vicine alle famiglie nell’ambito del lavoro pastorale che oggi più che mai va fatto con le famiglie. Ed è per questo che molti strumenti pastorali, per esempio, nascono anche dall’esperienza dei movimenti e delle associazioni che si occupano di famiglie, che più che mai lavorano all’interno e insieme alle loro famiglie, per accompagnarle nelle varie fasi della vita: penso all’educazione dei figli, alla preparazione al matrimonio e, soprattutto, all’accompagnamento degli sposi e delle coppie in crisi che sono una realtà oggi molto complessa e a cui la Chiesa deve stare molto vicino.
Proprio partendo da quel principio di realtà che prima lei ricordava, sappiamo che c’è una forte crisi dei matrimoni, sappiamo che spesso anche la violenza inquina il rapporto coniugale e che tante donne, in particolare, hanno bisogno di essere sostenute quando il rapporto in famiglia si fa difficile. È previsto qualcosa anche in questo senso?
Sì, noi abbiamo messo a disposizione proprio attraverso SynAct Family un sito che si chiama laityinvolved.org dove raccogliamo delle buone pratiche di accompagnamento pastorale anche di queste situazioni particolarmente complesse e difficili di violenza in famiglia. Perché sono situazioni diffuse in tutto il mondo ed è importante che nelle Chiese particolari si possa attingere a delle risorse che già esistono, senza doversi inventare ogni volta qualcosa di nuovo, e che possono essere riprodotte nelle realtà particolari – adattate alla cultura, al contesto pastorale locale -, in modo tale da aiutare i pastori e le famiglie ad agire in questi contesti così problematici. Per esempio, un aspetto che riguarda proprio l’educazione delle persone rispetto al tema della violenza è anche l’educazione alla sessualità, all’affettività dei bambini e dei giovani, perché la violenza è un tema che si collega anche a volte al poco rispetto che c’è nei confronti della donna, per cui anche su questo c’è una piattaforma che si chiama Goodlove.org nella quale sono stati raccolti numerosi programmi già pronti, tradotti in cinque lingue, di educazione alla sessualità, all’affettività che sono a disposizione dei genitori e degli educatori di tutto il mondo e che si possono scaricare e a cui si può attingere.
Nell’incontro di ieri è stato presentato anche il documento “Itinerari catecumenali per la vita matrimoniale”, che il suo Dicastero ha messo a disposizione delle Chiese locali. Di che cosa si tratta?
Si tratta di un documento che abbiamo pubblicato e che è stato richiesto esplicitamente dal Santo Padre, che riporta la sua prefazione, e che ha un obiettivo fondamentale cioè quello di rinnovare la modalità di preparazione al matrimonio un po’ in tutte le Chiese particolari del mondo. La modalità nuova dovrebbe essere proprio quella dell’accompagnamento catecumenale alla vita matrimoniale, quindi, non solo alla celebrazione del sacramento del matrimonio, ma volto a preparare i bambini e i giovani ad una vera e propria vocazione, a vivere la vita familiare nel matrimonio per tutta la vita. Dunque un cambiamento da questo punto di vista, proprio perché al centro va posta una metodologia più catecumenale con una parola chiave che è matrimonio come vocazione, quindi famiglia come vocazione. E forse, una terza parola chiave che io direi: attraverso una pastorale trasversale che guardi a tutti i componenti della famiglia.
Nell’incontro di ieri si è dedicato ampio spazio all’area degli anziani. È stato detto che le opportunità della piattaforma SynAct Family sono davvero tante e preziose in questo campo. Ci può dire qualcuna?
Uno degli obiettivi dello spazio dedicato agli anziani nella piattaforma è proprio quello di far sì che la pastorale degli anziani si diffonda capillarmente in tutto il mondo. E per noi è una grande sfida questa da affrontare, per promuovere il protagonismo anche degli anziani nella Chiesa e l’importanza di accompagnarli in questa bellissima fase della vita. Dunque, SynAct mira a condividere strumenti pastorali sul tema e una delle occasioni in cui li utilizzeremo è la Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, che verrà celebrata in tutto il mondo il prossimo 23 luglio. Con l’occasione il Dicastero, come negli ultimi due anni, diffonderà kit pastorali, strumenti e risorse che potranno essere utilizzati dalle diocesi per celebrare a livello locale la Giornata.
Ancora una parola sull’uso della piattaforma in riferimento alla pastorale della vita umana…
La pastorale della vita umana è una pastorale che dobbiamo ancora promuovere in maniera molto più sistematica. All’interno della Chiesa ci sono le Giornate nazionali per la vita, ma questo non è sufficiente oggi per fare una vera e propria pastorale della vita umana, cioè una pastorale di accompagnamento e di educazione per promuovere una cultura della vita nel mondo, in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue declinazioni. Per questo, SynAct Family mira a raccogliere e a far circolare documenti ufficiali e risorse pastorali delle Conferenze episcopali su tutti i temi della vita umana, dal concepimento alla morte naturale e poi, per esempio, approfondimenti anche delle Università cattoliche sui problemi della bioetica derivanti dalle applicazioni della biomedicina alla vita umana, così come anche a far circolare iniziative di formazione, corsi e qualsiasi evento internazionale che possa aiutare le Chiese particolari nel promuovere una vera e propria cultura e una pastorale della vita.
Come è stata accolta ieri dai partecipanti all’incontro questa iniziativa della piattaforma nel suo insieme? Quali reazioni ieri sono emerse?
Ci sono stati un grandissimo entusiasmo e tanta gratitudine da parte delle Conferenze episcopali e anche dalle Università cattoliche, perché si percepisce ovunque questo bisogno e desiderio di far lavorare insieme il pensiero accademico, e dunque la cultura, con la pastorale della Chiesa, insieme, in maniera strutturata e sistematizzata, proprio per rendere più efficace il lavoro di tutti, proprio per sentirsi tutti davvero a servizio della Chiesa. Così come dalle Conferenze episcopali viene espresso questo bisogno di attingere alla ricerca, al mondo accademico, a un pensiero che in maniera attuale e argomentata, aiuti la Chiesa a promuovere la cultura della vita e della famiglia.