Chiesa Cattolica – Italiana

Gallagher: vivere un tempo di crisi aiuta a fare scelte responsabili

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Ai romeni radunati nella Basilica dei Santi XII Apostoli, a Roma, per la Messa in occasione della Festa Nazionale della Romania, che si celebra l’1 dicembre, monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, ha portato il saluto e la benedizione di Papa Francesco. Sottolineando quanto il Paese stia particolarmente a cuore al Pontefice, il presule ha ricordato la visita apostolica del 2019 e il motto che invitava a “camminare insieme, camminare in unità” per “costruire una società inclusiva”.

Un momento della celebrazione

Il cardinale Casaroli e le relazioni diplomatiche con la Romania

Nella sua omelia, monsignor Gallagher, ha voluto anche richiamare la figura del cardinale Agostino Casaroli, sepolto nell’antico luogo di culto, che era suo titolo cardinalizio, diplomatico della Santa Sede distintosi per lungimiranza e che ha contribuito anche alle buone relazioni con la Romania. A servizio di Giovanni XXIII e Paolo VI prima e segretario di Stato di Giovanni Paolo II poi, il porporato è stato l’architetto della cosiddetta “Ostpolitik” della Santa Sede, ossia la politica di cauta apertura verso i Paesi comunisti dell’Europa orientale, ha spiegato monsignor Gallagher ribadendo quanto detto da Papa Francesco durante l’ultimo concistoro del 27 agosto scorso sul porporato, “celebre per il suo sguardo aperto ad assecondare, con dialogo sapiente e paziente, i nuovi orizzonti dell’Europa dopo la guerra fredda – e Dio non voglia che la miopia umana chiuda di nuovo quegli orizzonti che Lui ha aperto! Faceva la grande diplomazia – il martirio della pazienza, così era la sua vita”.

L’altare della Basilica dei Santi XII Apostoli

Proiettati alla vita nuova in Dio

Commentando le letture della liturgia, relative alla distruzione e alla fine del mondo e alla speranza dell’inizio del Regno di Dio, il segretario per i Rapporti con gli Stati ha fatto notare che l’esperienza della pandemia e lo scoppio della guerra in Ucraina, con i suoi molteplici e minacciosi effetti in tutto il mondo, hanno portato a riflettere sulla fragilità della vita terrena e sulla fugacità delle sicurezze umane. Una riflessione che induce a pensare alla fine dell’esistenza, ma che non deve fermarsi a questo, bensì portare a quanto insegna la fede cristiana: che ci sarà anche qualcosa di nuovo che segue, la vita nuova in Dio, che deve responsabilizzare per l’oggi. Monsignor Gallagher ha rimarcato che più ci si confronta con la caducità, più ragioni si hanno, da cristiani, per risollevarsi, perché proprio la consapevolezza di una scadenza aiuta a concentrarsi ad esempio sulla ricerca di soluzioni, nella vita quotidiana e nella diplomazia, e, nella prospettiva cristiana, l’idea della responsabilità ultima di fronte a Dio diventa elemento decisivo per le decisioni morali.

Monsignor Paul Richard Gallagher

Pregare Maria per la pace nel mondo

Infine, facendo riferimento all’imminente inizio del cammino dell’Avvento, il segretario per i rapporti con gli Stati ha esortato a volgere lo sguardo a Maria, che invita a prepararsi all’arrivo del Signore come lei stessa ha fatto, e ha affidato alla Vergine la Romania e tutto il mondo, chiedendo la sua intercessione, in particolare, per la pace in Ucraina e in ogni Paese che soffre o causa della guerra. 

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