Gallagher: il disarmo non è un obiettivo opzionale, è un imperativo etico

Vatican News

Debora Donnini – Città del Vaticano

L’importanza del disarmo è evidente per le armi nucleari, biologiche e chimiche, ma “si applica altrettanto fortemente anche alla crescente concorrenza militare nello spazio e nei campi del cyberspazio e dell’intelligenza artificiale, come i sistemi d’arma autonomi letali”. È centrale questa constatazione nel discorso dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, all’incontro di alto livello della Sessione 2021 della Conferenza sul Disarmo a Ginevra. Lo sguardo della Santa Sede abbraccia, dunque, tutta la questione degli armamenti e punta all’obiettivo che risponde a quelli che sono fra i più profondi desideri del cuore dell’uomo, cioè il vivere in pace, sicurezza, stabilità, mentre – osserva il presule – “l’attuale clima di sfiducia reciproca e l’erosione del multilateralismo ostacola gli sforzi” in tal senso. Preoccupazione viene espressa dal rappresentante vaticano anche per “il traffico illecito di armi leggere e di piccolo calibro, nonché per le armi esplosive, in particolare nelle aree popolate, che sono diventate sempre meno ‘convenzionali’ e sempre più ‘armi di distruzione di massa’”, provocando il caos su città, scuole, ospedali, luoghi di culto e infrastrutture di base.

Nel videomessaggio monsignor Gallagher trasmette prima di tutto il cordiale saluto di Papa Francesco e la sua speranza “che questa Conferenza possa superare rapidamente le impasse attraverso un rinnovato sentimento di urgenza e corresponsabilità”.

Trascendere interessi individuali a favore del bene comune

Di fronte dunque al panorama fatto di enormi sfide che la comunità internazionale deve affrontare oggi, “il disarmo – sottolinea il presule – non può più essere considerato un obiettivo opzionale. È un imperativo etico”. Quindi, “la Santa Sede incoraggia questa Conferenza ad adottare una rinnovata convinzione di urgenza e impegno per raggiungere accordi concreti e duraturi verso la pace e la fraternità”. Alcune questioni, afferma, dovrebbero “superare il consenso, trascendendo gli interessi e le agende individuali”. E, si nota, potrebbe esserlo anche domani. “E’ essenziale”, evidenzia ancora, che questa Conferenza riconosca che alcune questioni dovrebbero trascendere gli “interessi individuali” in virtù del loro contributo al bene comune.

La falsa logica del legame armi-sicurezza

Uno dei cardini del segretario per i Rapporti con gli Stati è proprio quello di rimarcare come “disarmo, sviluppo e pace” siano “tre questioni interdipendenti”. “Le enormi spese militari, ben oltre ciò che è necessario per assicurare una difesa legittima – rileva – fomentano il circolo vizioso di una corsa agli armamenti apparentemente infinita”, che impedisce di affrontare questioni come la povertà, l’ingiustizia, la salute e l’istruzione. Quella di legare la sicurezza nazionale all’accumulo di armi è, quindi, “una falsa ‘logica’” e resta uno scandalo che facilita la sproporzione “tra le risorse in denaro e l’intelligence dedicati al servizio della morte e le risorse dedicate al servizio della vita”.

Segnali incoraggianti e prospettive

Alcuni segnali incoraggianti si notano come l’entrata in vigore del  Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW) e la recente proroga di cinque anni del Nuovo Trattato di riduzione delle armi strategiche (New START) tra gli Stati Uniti e  Russia. Un mondo libero dalle armi nucleari è “possibile e necessario”, ribadisce monsignor Gallagher. Una convinzione rafforzata dall’entrata in vigore del TPNW e che si concretizza anche nello spirito del Trattato di non proliferazione (TNP), e in particolare nell’art. VI, che è un obbligo legale vincolante per tutti gli Stati. In questo senso, sottolinea il presule, la Santa Sede attende con impazienza l’imminente Conferenza di revisione degli Stati del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, sperando “si tradurrà in un’azione concreta” per raggiungere il più presto possibile misure efficaci nella direzione del disarmo nucleare.

Fidati e verifica

Concretamente la Santa Sede offre due proposte. Incoraggia, indica segretario per i Rapporti con gli Stati, la Conferenza sul disarmo “a impegnarsi in uno studio di esperti sulla questione della verifica, che potrebbe informare eventuali futuri negoziati sul disarmo e sul controllo degli armamenti”. In questo senso si potrebbero utilizzare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per migliorare una verifica affidabile. Un lavoro che oltre a essere una misura incredibilmente preziosa di rafforzamento della fiducia, è una componente fondamentale per garantire l’efficacia dei trattati sotto il noto adagio “fidati e verifica”. D’altro canto si rimarca che “la ripresa di una discussione formale sulle limitazioni degli armamenti e sul disarmo generale e completo, sotto efficaci sistemi di controllo e verifica, sarebbe estremamente vantaggiosa per il lavoro di questa Conferenza”. Questo è ancor più vero se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza come, ad esempio, “terrorismo, conflitti asimmetrici, sicurezza informatica, problemi ambientali, povertà”. Serve, precisa il presule, “una collaborazione più coesa e responsabile” come ha dimostrato drammaticamente la pandemia di Covid-19. E, come ha più volte notato Papa Francesco, afferma infine monsignor Gallagher, saremo in grado di superare la crisi attuale solo se lavoreremo insieme, come famiglia umana unita. Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro.