Marco Guerra – Città del Vaticano
E’ iniziata stamattina a Carbis Bay, in Cornovaglia, la seconda giornata di lavori del vertice dei leader G7 a presidenza britannica, il primo in presenza dall’inizio della pandemia di Covid-19.
La ricostruzione economica
Sullo sfondo rimane sempre l’obiettivo della “ricostruzione” economica post Covid, ma oggi sono in programma tre sessioni dedicate alla flessibilità, alla politica estera, alla politica sanitaria e dei vaccini. Per questa sera è infatti atteso l’annuncio di un piano globale di contrasto coordinato delle prossime pandemie, che prevede fra l’altro la riduzione da 300 a 100 giorni dei tempi per la ricerca e lo sviluppo di un vaccino. “La dichiarazione di Carbis Bay segna un momento orgoglioso e storico per noi tutti. In base a questo accordo, le principali democrazie del mondo si impegneranno a prevenire il ripetersi di una pandemia globale, garantendo che la devastazione causata dal Covid non si ripeta mai”, ha sottolineato il premier britannico, Boris Johnson, in un tweet.
Puntare alla ripresa per tutti
Ieri i capi di stato del G7 si sono concentrati sulla sfida delle politiche espansive e della crescita economica per tutti i Paesi del mondo. La crescita economica è oggi il modo migliore per assicurare la sostenibilità dei conti pubblici, ha detto il premier italiano, Mario Draghi, secondo il quale “è necessario mantenere un quadro di politica di bilancio prudente nel lungo periodo, per rassicurare gli investitori ed evitare politiche restrittive da parte delle banche centrali”. Gli ha fatto eco Johnson, affermando che bisogna puntare a una ripresa in cui ci sia più equità, per “ricostruire in meglio” lo scenario economico globale. In questa cornice va messo anche l’annuncio del presidente americano, Joe Biden, della donazione di mezzo miliardo di vaccini Pfizer per aiutare i Paesi che ne hanno bisogno.
Il programma conclusivo
Il vertice si chiude domenica con una doppia sessione sui temi della società aperte e del libero commercio. Poi si parla anche del clima e di una nuova politica verde. Le conferenze stampa finali sono in agenda nel primo pomeriggio della stessa giornata. Le ultime due sessioni vedranno anche la presenza dei leader ospiti di Australia, Corea del Sud, India e Sudafrica, nonché del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Caritas: cancellare debito Paesi poveri
Intanto in apertura del vertice, ieri, Caritas Internationalis ha lanciato un appello ai leader del G7 per la cancellazione del debito dei Paesi poveri. Il rischio, spiega in una nota Aloysius John, segretario generale dell’organismo, è che aumentino le dilaganti ingiustizie sociali di oggi.
Le ripercussioni sanitarie
Caritas Internationalis evidenzia le ripercussioni che l’alto debito di alcuni Paesi ha avuto anche sulla gestione della crisi sanitaria in alcune aree del mondo: le poche risorse disponibili non sono bastate a rafforzare i sistemi sanitari nazionali. L’organizzazione cattolica chiede che siano cancellati anche i pagamenti del debito rivolti ai privati e che si mobilitino finanziamenti per rispondere ai bisogni immediati suscitati dalla pandemia.
Moro: creditori privati vero nodo della partita
L’economista Riccardo Moro, professore di Politiche dello sviluppo all’Università di Milano e Portavoce di Civil20, spazio di dialogo della società civile con il G20, intervistato da VaticanNews, ricorda che quello di Caritas è un appello che sta lanciando da tempo insieme ad altre organizzazioni internazionali e che è rivolto anche al G20 dove ci sono più economie convolte: “La risposta dei creditori finora è stata quella di sospendere i pagamenti per il protrarsi della pandemia, ma questo è insufficiente; è una partita difficile, perché ci sono anche i creditori privati e che vede anche la Cina come creditore, che meno degli altri Paesi è assoggettata a regole comuni”.
Far produrre vaccini al sud del mondo
Moro ritiene non completamente risolutiva anche la donazione dei vaccini ai Paesi poveri e in via di sviluppo, i quali chiedono invece brevetti e strutture per poterli produrre da sé: “L’atteggiamento dei Paesi europei è quello di impegnarsi a diffondere i vaccini, ma non a spezzare il monopolio della produzione, l’Ue ha una posizione molto conservatrice su questo punto”. Più ottimista invece la valutazione sulle politiche espansive che, secondo Moro, è una visione ormai abbracciata da tutti i leader mondiali, “dureranno finché non avremo un recupero delle condizioni di benessere perse con la pandemia”.