Federico Piana- Città del Vaticano
Fratel Leonardo Grasso fu brutalmente assassinato la sera del 5 dicembre dello scorso anno. Il settantottenne religioso camilliano trovò la morte nella Tenda di San Camillo, a Riposto, comune della città metropolitana di Catania, per mano di un uomo che lui serviva con amore e dedizione. Il drammatico delitto avvenne di notte, senza che nessuno potesse vedere ed intervenire: del resto, in quella struttura dedicata al sostegno dei malati di Aids, fratel Leonardo lavorava nel nascondimento, senza tanto clamore. Era conosciuto solo dalle persone che beneficiavano del suo aiuto, dei suoi sorrisi, delle sue parole di conforto. Eppure, in breve tempo, la storia del suo ‘martirio di carità’ ha fatto il giro del mondo, provocando anche alcuni frutti vocazionali. Domani, la sua straordinaria figura verrà ricordata in una veglia organizzata dalla diocesi di Acireale, proprio in occasione della Giornata di preghiera e di digiuno per tutti i missionari martiri che quest’anno ha come titolo ‘Vite intrecciate’. Vite intrecciate, come furono quelle di fratel Leonardo e del suo assassino.
Un santo della porta accanto
“Fratel Leonardo incarna il simbolo di tutti i missionari martiri uccisi nel mondo” afferma un suo amico e confratello, fratel Carlo Mangione, secondo il quale “la grandezza di tutti i martiri sta nella loro vita vissuta come una donazione di sé che diventa essa stessa un martirio quotidiano. Il tutto, nella più completa semplicità e quotidianità. Per questi nostri fratelli, il martirio è stata l’esaltazione di tutta la loro vita. Sono i santi della porta accanto dei quali parla spesso Papa Francesco”.
Ucciso da chi era stato beneficato, come Gesù
Il ‘martirio della carità’ cui è stato chiamato fratel Leonardo non è estraneo alla spiritualità dei camilliani. Fratel Mangione, infatti, spiega che è tradizione dell’ordine “festeggiare, il 25 maggio di ogni anno, i martiri camilliani della carità: coloro che, nell’esercizio del proprio ministero, hanno offerto la loro vita. Non dobbiamo mai dimenticare che i camilliani professano il quarto voto: assistere gli ammalati anche con il rischio della vita. E fratel Leonardo è stato ucciso da una persona che lui assisteva. In sostanza, ha vissuto la stessa situazione che visse Gesù sulla Croce: anche Lui fu ucciso da chi beneficiò dei suoi miracoli e delle sue parole di salvezza”.