Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Equilibri politici sconvolti in Francia dopo il secondo turno delle elezioni legislative, che hanno visto il presidente Emmanuel Macron perdere la maggioranza assoluta in Parlamento. A due mesi dalla rielezione all’Eliseo, il capo di Stato vede indebolita la sua azione di governo e si appresta a vivere cinque anni diversi rispetto al precedente mandato.
Macron ottiene con la sua formazione Ensemble! il maggior numero di seggi all’Assemblea nazionale francese: si parla però di 210 e 230 seggi, circa cento in meno rispetto ai 341 deputati del primo mandato, a netta distanza dall’obiettivo di quota 289. Come due mesi fa alle presidenziali, alle spalle della coalizione presidenziale c’è la Nupes di Jean-Luc Mélenchon, con 170-190 seggi. Decuplica invece Marine Le Pen con il Rassemblement National salita a 80-95 seggi, rispetto agli 8 attuali. “È una situazione inedita – ha detto la premier Elisabeth Borne – che rappresenta un rischio per il nostro Paese viste le sfide che dobbiamo affrontare sul piano nazionale e internazionale”.
Rischio paralisi
Il nuovo ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau ha ipotizzato uno scenario per uscire dalla crisi. Potrebbero esserci possibili intese con singoli deputati di les Républicains e dei Socialisti “in seno alla Nupes e al di fuori”, ha spiegato. “Paghiamo il prezzo di un sistema democratico arrivato all’ultimo respiro, con molti francesi arrabbiati, con molte astensioni. Ieri sera, escluso il Rn, ci sono state solo persone che hanno perso. Nessuno ha potuto rallegrarsi del risultato. Siamo in una situazione improbabile e inedita. Il peggio per un Paese è che non si riesca afar approvare nulla all’Assemblea nazionale, che ci si trovi in un processo di paralisi”.