Francia, le presidenziali e l’incubo astensionismo

Vatican News

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

La campagna elettorale in Francia si chiude ma con una forte aria di suspence e con il duello ritenuto sempre più probabile, così come nel 2017, tra il presidente uscente Emmanuel Macron (La République En Marche) e la rivale di estrema destra, Marine Le Pen (Rassemblement National). Secondo i sondaggi, il divario tra i due continua a diminuire, con chi dà Macron vincente al secondo turno con il 52% contro il 48% della Le Pen. A seguire, il candidato della sinistra radicale, di France insoumise, Jean-Luc Melenchon, di molto distaccato, con il 16% circa. A caratterizzare il voto, condizionato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina, spiegano i politologi d’Oltralpe, è sicuramente l’incertezza degli elettori: si calcola che almeno uno su due abbia più volte cambiato opinione. Si teme molto l’astensionismo, che potrebbe rivelare percentuali davvero molto alte. Di fronte si ha lo spettro del 2002, quando segnò un 28,4%, un livello mai raggiunto in una presidenziale, per molti è comunque garantito che si supererà il 22.2% del 2017.

La rimonta di Le Pen

Macron, con il suo 26%, è stato senz’altro il protagonista di una campagna debole, come hanno detto in molti, a causa del suo attivismo nella questione ucraina; un aspetto che gli ha fatto guadagnare consensi, sebbene non sia un segreto il fatto che i cinque anni trascorsi abbiano segnato anche un certo anti-macronismo da parte degli elettori. La campagna elettorale, che non ha decollato da subito, si è rinvigorita negli ultimi tempi, con la sorprendente rimonta di Le Pen – due punti in una settimana – che ha spinto molto sulla questione economica e sul potere d’acquisto dei francesi, messo sotto scacco dall’impennata dei prezzi di energia e cibo e aggravato dal conflitto in Ucraina.

Sabato il voto nei Territori d’oltremare

Entrambi, Macron e Le Pen, non hanno risparmiato morsi all’ avversario, il primo accusando la leader di Rassemblement National, di portare avanti “un programma razzista, che mira a divedere la società e di grande brutalità”; mentre Le Pen ha definito Macron un “pugile stordito” dalle crisi. Cala quindi il silenzio sulla campagna, proibiti incontri pubblici, volantinaggio e propaganda digitale. Niente interviste, sondaggi o stime prima dei risultati, previsti per le 20 di domenica. Il secondo turno è previsto per il 24 aprile. Nei Territori d’oltremare (TOM), Guadalupa, Guyana francese, Martinica, Saint Barthélemy, Saint Martin, Saint Pierre e Miquelon e Polinesia francese, il voto è invece stato anticipato a sabato.