Marco Guerra – Città del Vaticano
A meno di un anno dalle prossime elezioni presidenziali, non è più così scontata la riproposizione della sfida tra il presidente uscente Macron e la leader dell’estrema destra Marine Le Pen, pronosticata da molti analisti e dai sondaggi.
I risultati delle amministrative
Domenica scorsa, infatti, il secondo turno delle elezioni regionali e provinciali ha visto un forte ridimensionamento dei partiti dei due leader. La forza della maggioranza di governo, En Marche, ottiene appena il 7%, confermando uno scarso radicamento locale, mentre il Rassemblement National si ferma al 20,5 % e non conquista nemmeno una regione. Da segnalare che in Provenza le liste di sinistra si sono ritirate per far vincere i repubblicani, riproponendo quel fronte “anti-Le Pen” già visto alle presidenziali. “La nostra lista è stata battuta da un intero sistema coalizzato”, ha detto il candidato del Rassemblement national (Rn) in Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Thierry Mariani, su cui il partito di Marine Le Pen aveva riposto le speranze di conquistare almeno una regione ai ballottaggi.
Ripresa dei partiti tradizionali
Intanto la destra neogollista repubblicana canta vittoria, ottenendo una media del 38% delle preferenze e la riconferma di molte regioni. Il repubblicano Xavier Bertrand, confermano alla guida della Hauts-de-France, si rafforza come possibile candidato alla presidenza della repubblica tra 10 mesi. “Questo risultato mi dà la forza di uscire e incontrare tutti i francesi”, ha commentato. Bene anche l’unione dei socialisti e degli ecologisti, con 34,5% delle preferenze. La partita per l’Eliseo sarà quindi più complessa del previsto.