Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Corre alla guerra, alla sofferenza, alle troppe ingiustizie vissute ancora oggi nel mondo, il pensiero del Papa celebrando la memoria della Beata Vergine Maria di Guadalupe. Come cinque secoli fa, “in un momento complicato per gli abitanti del nuovo mondo, il Signore volle trasformare il turbamento che suscitò l’incontro tra due mondi diversi in recupero di senso e di dignità, in apertura al Vangelo, inviando Maria, anche oggi – spiega Francesco – Dio continua a mandare Sua Madre “per consolare e soddisfare i bisogni dei più piccoli, senza escludere nessuno”.
Dio guida la storia
La Vergine che un giorno incontrò Juan Diego sulla collina del Tepeyac, come dopo l’annuncio dell’Angelo si mette in viaggio in fretta incontro al nostro mondo bisognoso e ferito: “Vuole restare con noi, ci supplica di permetterle di essere nostra Madre ed aprire la nostra vita a suo Figlio Gesù, ad accogliere il suo messaggio per imparare ad amare come Lui. Dio infatti – prosegue il Pontefice – guida la storia dell’umanità in ogni momento.
Dio resta con noi
“In Gesù, nato da Maria”, osserva il Francesco, “l’Eterno entra nella precarietà del nostro tempo, diviene per sempre, e in modo irreversibile, Dio con noi e cammina al nostro fianco come fratello e compagno. Viene per restare e nulla di ciò che è nostro gli è estraneo perché è uno di noi, vicino, amico, consustanziale con noi in tutto, tranne che nel peccato”. È grande l’attualità della Vergine di Guadalupe
Le minacce del paganesimo e dell’ateismo
Santa Maria di Guadalupe, prosegue Francesco, “è la nostra Madre meticcia”, “venuta ad accompagnare il popolo americano nel duro cammino della povertà, dello sfruttamento, del colonialismo socio-economico e culturale”. “È in mezzo alle carovane di chi in cerca della libertà si dirige verso nord, è in mezzo al popolo americano la cui identità è minacciata da un paganesimo selvaggio e sfruttatore, ferito dalla predicazione attiva di un ateismo pratico e pragmatico”.
Quest’anno celebriamo Guadalupe in un momento difficile per l’umanità. È un periodo amaro, pieno di fragori di guerra, crescenti ingiustizie, carestie, povertà a sofferenza. E sebbene questo orizzonte appaia cupo, sconcertante, con presagi di ancor più grande distruzione e desolazione, l’amore e la condiscendenza divini ci dicono che anche questo è un tempo propizio di salvezza, nel quale il Signore, attraverso la Vergine Maria, continua a donarci suo Figlio, che ci chiama alla fratellanza, a mettere da parte l’egoismo, l’indifferenza e l’antagonismo, invitandoci a farci carico “in fretta” gli uni degli altri, ad andare incontro ai fratelli e alle sorelle dimenticati e scartati dalle nostre società consumistiche e apatiche.
Verso il quinto centenario di Guadalupe
Francesco ricorda inoltre che con oggi inizia nel continente americano la Novena Intercontinentale Guadalupana, un cammino che prepara alla celebrazione del quinto centenario dell’Evento Guadalupano nel 2031. Il Santo Padre esorta quindi i membri della Chiesa in America a partecipare a questo cammino “per il rinnovamento del tessuto sociale ed ecclesiale di questi popoli e comunità”.
Per favore fatelo nel vero spirito di Guadalupe. Mi preoccupano le proposte ideologiche e culturali di vario genere che vogliono appropriarsi dell’incontro di un popolo con la propria Madre, che vogliono demistificare e mascherare la Madre. Per favore, non permettiamo che il messaggio venga distillato in modo mondano e ideologico.
La Vergine, precisa il Papa, “vuole ricordarci che è stato il Vangelo a modellare l’anima dell’America Latina, e che come credenti in Cristo è nostra responsabilità essere testimoni credibili dell’amore di Gesù Cristo e protagonisti decisi nella costruzione di una nuova cultura che si prenda cura, includa e riabiliti”.
Che Gesù Cristo, il desiderato da tutte le nazioni, per intercessione di Nostra Madre di Guadalupe, ci conceda giorni di gioia e di serenità, affinché la pace del Signore abiti nei nostri cuori e in quello di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.