Antonella Palermo – Città del Vaticano
Al termine del congresso sulle “Iniziative nell’educazione dei rifugiati e dei migranti” che si è svolto per tre giorni alla Pontificia Università Gregoriana, Francesco riceve i partecipanti evidenziando l’importanza dell’ascolto dei desideri di coloro – giovani in particolare – che sono costretti a emigrare, mediante un vero e proprio sradicamento, dalle proprie terre di origine. Si sofferma sui tre ambiti in merito ai quali si sono concentrate le riflessioni nel corso dei lavori: ricerca, insegnamento, insegnamento, promozione sociale.
Il diritto a non dover emigrare
Il Papa si riferisce ai “conflitti che devastano tante regioni del mondo” ma anche “l’abuso della nostra casa comune”, definita una vera e propria “violenza”. Ricordando che “il pianeta è indebolito dall’eccessivo sfruttamento delle sue risorse e logorato da decenni di inquinamento” – per cui sempre più persone sono costrette a lasciare terre diventate inabitabili – Francesco si appella al mondo accademico, e a quello cattolico nella fattispecie, affinché eserciti un ruolo di primo piano per fornire risposte alle sfide ecologiche.
Sulla base di dati scientifici, potete contribuire a illuminare e indirizzare le scelte dei governanti verso una cura efficace della casa comune.
Le università agevolino il riconoscimento dei titoli di studio
Molto si è fatto, afferma il Papa, nell’educazione dei rifugiati, “ma rimane ancora tanto da fare”.
Sarà importante continuare a dare priorità ai più vulnerabili. Può risultare efficace, in questo senso, l’offerta di corsi che rispondano alle loro necessità, l’organizzazione di percorsi educativi a distanza, e l’assegnazione di borse di studio che permettano la loro ricollocazione.
Il Papa auspica che le università agevolino il ricornoscimento dei titoli di studio e le professionalità dei migranti e rifugiati anche a beneficio delle società che li accolgono. Perché, precisa:
Attenzione al fenomeno migratorio in una prospettiva di giustizia
Citando il Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022, Francesco invita a formare in modo specifico gli operatori che lavorano con i migranti. Sottolinea l’importanza di organizzare sempre più incontri con i protagonisti delle migrazioni per conoscerne da vicino le storie, ed esprime un ulteriore auspicio:
Gli atenei cattolici sono chiamati a educare i propri studenti, che domani saranno amministratori, imprenditori e artefici di cultura, a una lettura attenta del fenomeno migratorio, in una prospettiva di giustizia e corresponsabilità globale e di comunione nella diversità.
Le diversità sono una ricchezza
Il Papa richiama quanto ha detto domenica scorsa, Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, sulla necessità di costruire insieme con i migranti un futuro. Il Pontefice si augura che venga promosso, soprattutto tra i giovani, il volontariato a favore dei più vulnerabili e conclude con un appello che ricalca le sue parole, scandite per due volte, all’inizio del discorso di oggi:
Tutte le istituzioni educative sono chiamate ad essere luoghi di accoglienza, protezione, promozione e integrazione per tutti, senza escludere nessuno.