Marco Guerra – Città del Vaticano
La guerra in Ucraina e l’impegno per la pace e la tutela delle popolazioni civili tornano al centro delle parole di Papa Francesco dopo il Regina Coeli. Il Pontefice afferma che è triste che nei giorni di Pasqua, “i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione”.
Rinnovo l’appello a una tregua pasquale, segno minimo e tangibile di una volontà di pace. Si arresti l’attacco, per venire incontro alle sofferenze della popolazione stremata; ci si fermi, obbedendo alle parole del Risorto, che il giorno di Pasqua ripete ai suoi discepoli: Pace a voi!
L’appello ai leader mondiali
Il Papa chiede quindi a tutti di levare la preghiera per la pace e si rivolge ai grandi della terra:
A tutti chiedo di accrescere la preghiera per la pace e di avere il coraggio di dire, di manifestare che la pace è possibile. I leader politici, per favore, ascoltino la voce della gente, che vuole la pace, non una escalation del conflitto.
La guerra si è inasprita
Francesco volge poi il suo sguardo alle comunità cristiane che celebrano la Pasqua secondo il calendario giuliano augurando loro che Cristo risorto colmi di speranza le buone attese dei cuori:
Sia Lui a donare la pace, oltraggiata dalla barbarie della guerra. Proprio oggi ricorrono due mesi dall’inizio di questa guerra: anziché fermarsi, la guerra si è inasprita. È triste che in questi giorni, che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione; ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola.