Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco: lo sport è metafora della vita, se prevalgono gli interessi si guasta

Il Papa riceve l’Associazione “Sport in Vaticano”, composta da sportivi che lavorano nella Curia, e indica le tre regole fondamentali per l’atleta: un sano agonismo contribuisce alla maturazione dello spirito

Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano

Allenamento, disciplina e motivazione, sono le tre regole fondamentali per uno sportivo indicate da Francesco, che oggi ha ricevuto in udienza i membri dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Sport in Vaticano”, atleti e atlete che lavorano in Curia Romana e nello Stato vaticano. Il Papa ricorda i 50 anni dall’istituzione del campionato di calcio vaticano, nel 1972, facendo anche riferimento al “lontano 1521 in cui si giocò la prima partita di calcio fiorentino, nel Cortile del Belvedere, alla presenza di Leone X”. Un legame con l’attuale Associazione che non va mai dimenticato.

Durante i vari campionati, come quando viaggiate per manifestazioni di solidarietà, voi siete chiamati a testimoniare il vostro legame con la Santa Sede.

La necessità di una sana competizione

Francesco sottolinea, quindi, l’importanza di un “sano agonismo come un’attività che può contribuire alla maturazione dello spirito”. Di qui partono le tre regole, a partire dall’allenamento, da tradurre con fatica, sudore e sacrificio, indicatori di “passione per il proprio sport”. Fondamentale è quindi vivere lo sport con piacere.

E se c’è questo atteggiamento la competizione è sana; altrimenti, se prevalgono gli interessi di vario tipo, la competizione si guasta, a volte può addirittura corrompersi. L’amatorialità è chiave nello sport, è chiave.

Disciplina per esprimere il meglio

La disciplina, prosegue Francesco, “è un aspetto dell’educazione, della formazione”. Disciplina, spiega, significa osservare le regole, ma si tratta anche “di imparare, di crescere, di migliorarsi”:

E questo richiede, appunto, disciplina, cioè la capacità di dominare sé stessi, correggere l’impulsività che tutti abbiamo, più o meno. La disciplina poi permette che ognuno possa giocare la sua parte, e che sia la squadra a esprimere il meglio dell’insieme.

Lo sport come metafora della vita

L’ultima regola è la motivazione, la “forza interiore” che “dà la spinta, che porta a un buon risultato”.

La verifica non si fa sul risultato numerico, ma su come siamo stati fedeli e coerenti alla nostra chiamata, c’è una coerenza lì. E, parlando di motivazione, vorrei aggiungere una cosa per voi che siete gli sportivi del Vaticano: il vostro modo di fare squadra e di collaborare può essere di esempio per il lavoro nei Dicasteri e tra i Dicasteri della Curia, come pure nelle Direzioni dello Stato Vaticano. Ancora una volta lo sport è metafora della vita.

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