Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco: l’arte come via per trasformare la cultura dello scarto in armonia

In occasione dell’inaugurazione alla Biblioteca Vaticana della mostra (RE)VERSVS, il Papa diffonde un messaggio in cui elogia l’opera di padre Sidival Fila nel raccogliere tessuti, ricami, frammenti serici dando loro una nuova vita, “come relitti di un naufragio al quale sono fortunosamente scampati”

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Una occasione ulteriore per tornare a riflettere sulla cultura dello scarto. È la mostra “(Re)versus. Riuso e riscatto nel patrimonio della Biblioteca Apostolica Vaticana e nell’arte di Sidival Fila” che si inaugura oggi, 28 aprile, alla Biblioteca apostolica vaticana e per la quale Papa Francesco ha diffuso un messaggio in cui definisce questo fenomeno dello scarto uno dei più drammatici del nostro tempo. 

Creatività, poesia e ironia 

Che anche l’arte possa aiutare a educare a non dissipare i beni in una logica dell’usa e getta viene colto da Francesco come “una bella sorpresa”. Il Pontefice realizza infatti che anche l’approccio estetico e, in particolare, librario-biblioteconomico possono aiutare in questo orizzonte di crescita di sensibilità, oltre che il punto di vista dell’approfondimento teologico-pastorale. Il problema di fondo è che la società contemporanea “tende a mettere da parte tutto quello che non risponde ai criteri di efficienza, produttività, reattività, ma anche di bellezza, giovinezza, forza e vivacità”. Scrive il Papa nel messaggio:

In effetti, facendo “reagire” – per usare un termine chimico – il patrimonio millenario della Biblioteca Apostolica con l’opera dell’artista brasiliano e francescano padre Sidival Fila, si intersecano due percorsi che permettono di superare la “cultura dello scarto” in maniera tanto creativa quanto poetica, e condita di sana ironia.

Il valore del “riscattare” 

La mostra è un esempio in cui si incrociano due prospettive:

Da un lato sta il concetto del “riscattare”, ossia del recuperare lo scarto, praticato da padre Fila raccogliendo tessuti, ricami, frammenti serici. Egli dà loro una nuova vita, che non consiste né nella ricostruzione di quella della loro origine né in una nuova funzionalizzazione, ma semplicemente nel riproporli su un fondo neutro, dove trovano, isolati come sono, una dignità e una considerazione quale forse mai hanno avuto. Quasi avvalorati dalla loro stessa condizione di frammenti, come relitti di un naufragio al quale sono fortunosamente scampati. Dall’altro lato, l’idea del “riuso”, di cui i curatori sono andati a ripescare i più disparati e interessanti casi nella riserva libraria della Sede Apostolica: riusi artistici, restaurativi, decorativi, anche “fraudolenti” che hanno permesso a frammenti del nostro passato di sopravvivere alla loro epoca e giungere fino alla nostra.

Da una cultura dello scarto a una cultura dell’armonia

Il Papa ricorda la sua visita alla Biblioteca vaticana di qualche anno fa, e parla delle vie d’uscita “che solo l’arte e lo studio sanno dare, che vengono dall’accoglienza dell’ispirazione e dall’esercizio della memoria”. Poi invita a compiere questo viaggio artistico:

Senza alcun fine confessionale, anzi in osservanza ai soli criteri della ricerca scientifica e del lavoro artistico, esso intende offrire a tutti elementi di riflessione per passare dalla “cultura dello scarto” alla “cultura dell’armonia”.

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