Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco: la missione è uscire da sè per dare il meglio

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Missionare (letterale spagnolo: misionar) è uscire da sé stessi per dare il meglio di noi e il meglio che Dio regala, e questa è una cosa molto bella”. Così in un videomessaggio Papa Francesco si rivolge in lingua spagnola ai partecipanti alla missione di solidarietà della parrocchia di Nostra Signora dell’Assunzione che si trova in Argentina nella diocesi di Rio Cuarto.

I partecipanti alla missione

I sogni si costruiscono insieme

Nel corso di una settimana, come ormai accade da tre anni, trenta persone, tra giovani e adulti, hanno preso parte alla missione, sul tema tratto dall’enciclica Fratelli Tutti, “I sogni si costruiscono insieme”, organizzata tra le popolazioni originarie di Salta, Victoria Este e della  Diocesi di Orán dal padre Mariano Cordeiro. Al sacerdote il Pontefice fa giungere il suo saluto insieme alla benedizione e al ringraziamento per tutti: “grazie per quello che avete fatto, grazie per questo lavoro. Andate avanti”. Francesco assicura quindi preghiere e chiede un ricordo nella preghiera per sè. Quindi esorta: “tornate a missionare”.

Una momento della missione

Tra i più poveri, carne di Gesù

La missione si è svolta in uno dei luoghi più poveri del Paese, afflitto da malnutrizione, mancanza di acqua potabile, assistenza medica e sanitaria: in mezzo alla comunità indígena degli Wichi sulle montagne ai confini con la Bolivia e il Paraguay: “Li abbiamo visitati – dichiara padre Mariano – celebrando battesimi, messe, feste, accompagnando le famiglie, giocando con i bambini, portando la Parola di Dio, condividendo la vita e la fede, arricchendoci della cultura dei nostri fratelli e sorelle nativi, andando incontro ai più poveri tra i poveri.  Abbiamo potuto toccare la carne di Gesù in queste persone. In mezzo alla povertà estrema, che ci ferisce e rende impotenti, Gesù ci ha guardato e ci ha sorriso nel volto di ogni fratello”.

Padre Mariano durante le celebrazioni

Dove batte il cuore del Regno

“Il nostro desiderio  – afferma ancora il sacerdote – è crescere nell’amicizia con queste comunità originarie, essere loro compagni:  per questo motivo le visitiamo due volte l’anno, e percorriamo più di 5.000 chilometri raggiungendo la periferia, le montagne, dove batte il cuore del nostro amato Regno, il Regno di Gesù, il Regno dei poveri, il Regno dei piccoli”.

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