Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Guardando ai conflitti che lacerano il mondo, ai pericolosi estremismi che mettono a repentaglio la sicurezza di tutti, Papa Francesco ricorda che la violenza ha sempre come compagne la menzogna e l’indifferenza (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Il sogno di Dio: un mondo di fratelli
Incontrando la delegazione ebraica del B’nai B’rith International il Pontefice fa appello alla comune memoria spirituale giudaico cristiana e alla domanda che Dio rivolge a Caino, responsabile di aver ucciso il fratello Abele: “Dovè tuo fratello?”. Una provocazione anche per noi perché “non si può ritrovare sé stessi senza cercare il fratello, non si può trovare l’Eterno senza abbracciare il prossimo”:
Non possiamo sostituire il sogno divino, fatto di un mondo di fratelli, con un mondo di figli unici, violenti e indifferenti. Di fronte alla violenza, di fronte all’indifferenza, le pagine sacre ci riportano al volto del fratello, alla “sfida del tu”.
Soccorrere gli ultimi
La via più concreta per promuovere una maggiore fratenità è soccorrere gli ultimi, i poveri, i malati. Le persone bisognose infatti hanno diritto all’aiuto, alla solidarietà e alla speranza. Aiutare i bisognosi, per ebrei e cristiani, sottolinea, “significa pure mettere in pratica la volontà dell’Altissimo”.
Povertà alimenta odio
“Pensando a tanti conflitti e pericolosi estremismi, che mettono a repentaglio la vita di tutti”, aggiunge il Papa, “il più grande fattore di rischio è rappresentato dalla povertà materiale, educativa, spirituale, che diventa terreno fertile per alimentare odio, rabbia, frustrazione e radicalismo”:
Viviamo in un’epoca in cui la pace è minacciata in molte parti del mondo: prospettive particolariste e nazionaliste, sospinte da interessi egoistici e da avidità di guadagno, sembrano voler sempre più prendere il sopravvento. Ma ciò accresce il rischio che, alla fine, a perdere e venire calpestata sia solo la dignità umana.
Fare memoria contro menzogna della violenza
Da qui l’appello a fare memoria del passato, delle guerre, della Shoah e di tante altre atrocità per prevenire l’escalation. In ogni tradizione religiosa o società umana, osserva Francesco, è latente il rischio del rancore e della contesa anche in nome di principi assoluti e sacri:
È la tentazione menzognera della violenza, è il male accovacciato alla porta del cuore (cfr Gen 4,7). È l’inganno secondo cui con la violenza e con la guerra si risolvono le contese. Invece, la violenza genera sempre altra violenza, le armi producono morte e la guerra non è mai la soluzione ma un problema, una sconfitta.
Il dialogo ebraico-cattolico nel cuore
Insieme per custodire i più fragili e i dimenticati, per difendere la dignità umana, per ricercare la pace, la giustizia e la tutela del creato. Questo l’appello del Pontefice alla B’nai B’rith International che con la a Santa Sede – rimarca – “ha una lunga storia di contatti fin dai tempi della pubblicazione della Dichiarazione conciliare Nostra aetate”. Francesco si dice lieto di accogliere nuovamente in Vaticano una delegazione ebraica dopo due anni di pandemia. A tal proposito ricorda da bambino i suoi compagni di scuola ebrei e commenta: “sempre mi è stato a cuore promuovere e approfondire il dialogo ebraico-cattolico”.