Francesco: in Ucraina una guerra insensata

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Il Papa incontra in Vaticano una delegazione di avvocati di Paesi membri del Consiglio d’Europa e anticipa: “Sto scrivendo una seconda parte della Laudato si'”. Il Pontefice denuncia poi la tendenza a rivendicare sempre più diritti individuali: “Senza la ricerca della verità sull’uomo, secondo il progetto di Dio, ognuno diventa la misura di sé stesso”

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

È costante la preoccupazione di Francesco per l’Ucraina. Dopo i reiterati appelli nel corso di angelus domenicali, udienze e catechesi del mercoledì, anche questa mattina incontrando nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano un gruppo di avvocati provenienti da Paesi membri del Consiglio d’Europa firmatari l’11 giugno 2022 dell’Appello di Vienna, il Papa è tornato a denunciare con preoccupazione questa “guerra insensata”.

Nessuna eccezione allo Stato di diritto

Il Santo Padre guardando al contesto europeo attuale rimarca quanto affermato nell’Appello di Vienna, un testo che invita gli Stati membri a impegnarsi a favore dello Stato di diritto e dell’indipendenza della giustizia: “Lo Stato di diritto non sia fatto mai oggetto della minima eccezione, anche in tempo di crisi”. “I tempi di crisi sociale, economica, identitaria e di sicurezza”, afferma, “sfidano le democrazie occidentali a rispondervi efficacemente, rimanendo però sempre fedeli ai loro principi”. Il rischio è infatti che la “paura di disordini e violenze, la necessità di agire con efficacia davanti alle urgenze possono indurre nella tentazione di limitare almeno provvisoriamente lo Stato di diritto nella ricerca di soluzioni facili e immediate”.

Al lavoro sulla seconda parte della Laudato si’

Parlando a braccio il Vescovo di Roma ha poi anticipato: “Sto scrivendo una seconda parte della Laudato si’, per aggiornarla sui problemi attuali”.  Il Pontefice ha quindi esortato i partecipanti all’udienza ad impegnarsi per un quadro normativo in favore della protezione dell’ambiente. 

Dignità della persona è nella sua origine trascendente

Francesco ha messo poi in guardia dalla tendenza oggi a rivendicare sempre più diritti individuali non tenendo conto del fatto che ogni essere umano è legato a un contesto sociale in cui i suoi diritti e doveri sono connessi a quelli degli altri e al bene comune della società stessa. “La persona umana sia messa al centro e non in balia delle mode e dei poteri del momento”. “Il fondamento della dignità della persona umana” – ha spiegato – “risiede nella sua origine trascendente, che ne vieta ogni violazione”.

Una concezione erronea della natura umana e della persona umana si diffonde sempre più, una concezione che ne indebolisce la protezione stessa e che apre a poco a poco a gravi abusi sotto apparenza di bene.

Ribadendo quanto già espresso nel suo discorso pronunciato al Parlamento Europeo di Strasburgo il 25 novembre 2014 il Vescovo di Roma ha ricordato che “un’Europa che non è più capace di aprirsi alla dimensione trascendente della vita è un’Europa che lentamente rischia di perdere la propria anima”.

Senza questa ricerca della verità sull’uomo, secondo il progetto di Dio, ognuno diventa la misura di sé stesso e del proprio agire.

Stato di diritto è al servizio della persona

Infatti, ha proseguito Francesco: “Un malinteso sul concetto di diritti umani e il loro paradossale abuso potrebbero consegnare i popoli ai ‘purismi angelicati, ai totalitarismi del relativo, ai fondamentalismi antistorici, agli eticismi senza bontà, agli intellettualismi senza saggezza’, dove lo Stato di diritto non sarebbe più al servizio che di una persona umana falsificata e manipolata secondo interessi economici e ideologici”.

Lo Stato di diritto è al servizio della persona umana e mira a tutelarne la dignità, e ciò non ammette alcuna eccezione.

Il Pontefice inoltre ha esortato a tutelare il segreto professionale degli avvocati, violato secondo quanto denunciato dall’Appello di Vienna in alcuni Stati membri “È indispensabile – ha puntualizzato – che siano preservati nelle nostre società spazi di confidenza in cui le persone possano esprimersi e deporre i loro fardelli”.