Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco: il Signore liberi la famiglia umana dal flagello della guerra

All’Angelus il Papa ricorda il bombardamento, ottant’anni fa, sul quartiere romano di San Lorenzo. Denuncia che anche oggi si ripetono queste tragedie e si chiede: “Come è possibile? Abbiamo perso la memoria?”. Poi prega per il “caro popolo ucraino che soffre tanto”

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Dopo la preghiera mariana dell’Angelus, il Papa ha voluto ricordare “che ottanta anni fa, il 19 luglio del ’43, alcuni quartieri di Roma, specialmente San Lorenzo, furono bombardati”. Il tragico anniversario è l’occasione, ancora una volta, per rinnovare il ‘no’ alla guerra e alla perdita di memoria storica. 

“Abbiamo perso la memoria?”

“Purtroppo anche oggi queste tragedie si ripetono. Come è possibile? Abbiamo perso la memoria? Il Signore abbia pietà di noi e liberi la famiglia umana dal flagello della guerra. In particolare, preghiamo per il caro popolo ucraino che soffre tanto”

Questa la preghiera di Francesco che ricorda anche la sollecita vicinanza alle vittime mostrata all’epoca dal Pontefice che visitò le rovine, i morti e i feriti, circondato dai romani che lo applaudivano gridando pace. 

E il Papa venerabile Pio II volle recarsi in mezzo al popolo sconvolto…

Solo nel quartiere romano di San Lorenzo ci furono 717 morti e 4 mila feriti, ma per la città il bilancio è stato ben più grave: 3 mila morti e 11 mila feriti tra i quartieri Tiburtino, Prenestino, Casilino, Labicano, Tuscolano e Nomentano bombardati anch’essi. Come testimoniato sul sito del Museo Storico della Liberazione di via Tasso, 10mila furono le case distrutte e 40mila i cittadini che rimasero senza tetto. Questo è stato il primo bombardamento su Roma, sul quartiere San Lorenzo, il 19 luglio 1943. 

4 mila bombe, il primo bombardamento fino alla Liberazione

Nel momento del bombardamento, Mussolini era stato a Feltre per incontrare Hitler e proporgli l’uscita dalla guerra. Ma Hitler lo insultava minacciosamente. Erano le 11.03. Da 6000 metri di altezza sulla verticale dello scalo merci San Lorenzo, le fortezze volanti americane sganciavano le prime bombe. L’obiettivo era lo scalo di San Lorenzo e altri punti strategici. Dopo un primo passaggio, i bombardieri ricevevano l’ordine di lanciare mirando strettamente alle nubi di polvere, al fumo e agli incendi, ma la zona coperta da polveri e fumi si allargava sempre di più, ad ogni ondata, e inevitabilmente i grappoli di bombe finirono a 500 metri di distanza dallo scalo. Veniva così investito in pieno il quartiere e centrato il piazzale del Verano. Alla fine, saranno sganciate su Roma 4 mila bombe (circa 1060 tonnellate). Dopo quel primo bombardamento ne seguirono altri 51 fino alla Liberazione di Roma.

Quartiere San Lorenzo, medaglia d’oro al valore militare e alla Resistenza

Mentre Pio XII benediceva gli abitanti di San Lorenzo su cui si era abbattuta la distruzione, arrivava anche Vittorio Emanuele II ma la popolazione lo copriva d’insulti. La fine del fascismo era vicina, sarebbe stata dichiarata ufficialmente il 25 luglio 1943. San Lorenzo, medaglia d’oro al valore militare e alla Resistenza, rappresenta la memoria del Novecento, dell’antifascismo e della guerra di Liberazione. Dopo ottant’anni, ciò che resta di quel tragico fatto è la carcassa di una palazzina a tre piani, sventrata sulla via Tiburtina, che, nelle migliori intenzioni avrebbe dovuto diventare la Casa della Memoria e della Storia, ma mai realizzata.

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