Il Papa incontra la Apostolikì Diakonia della Chiesa di Grecia e plaude alle iniziative da vent’anni portate avanti insieme al Comitato Cattolico per la collaborazione culturale del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. “In questo mondo così diviso e conflittuale”, dice, le nuove generazioni “possono spezzare le catene fatte di risentimenti, incomprensioni e pregiudizi” tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa e far sì che crescano “comunione e armonia nelle legittime diversità”
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
È una cooperazione che si protrae da vent’anni quella tra la Apostolikì Diakonia della Chiesa di Grecia ed il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e che Papa Francesco elogia, ricevendo oggi, 16 maggio, nel Palazzo Apostolico vaticano, il metropolita Agathanghelos, direttore generale dell’organismo ecclesiastico del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia, il cui compito è quello di curare programmazione, l’organizzazione e l’opera missionaria ed educativa del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia, e una delegazione del Collegio Teologico di Atene. Il Pontefice coglie l’occasione per rivolgere un pensiero, “pieno di fraterno affetto, all’arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia, Sua Beatitudine Ieronymos, uomo di profonda fede e pastore sapiente”, incontrato durante i viaggi in Grecia, e per esprimergli gratitudine per il sostegno “alle attività che l’Apostolikì Diakonia e il Comitato Cattolico per la Collaborazione Culturale promuovono congiuntamente”.
I giovani speranza per un’unità nella diversità
Francesco sottolinea che, “superando anche periodi difficili, come, per esempio, quello della crisi economica che ha colpito la Grecia e quello della pandemia”, le due rappresentanze del Santo Sinodo della Chiesa di Grecia e della Chiesa cattolica “hanno lavorato insieme per promuovere progetti di comune interesse sul piano culturale ed educativo”, privilegiando “la formazione culturale, teologica ed ecumenica delle nuove generazioni”. Proprio queste ultime, riflette il Papa, possono rendere ancora più stretta l’amicizia tra cattolici e ortodossi.
I giovani, sostenuti dalla speranza che si fonda sulla fede, possono spezzare le catene fatte di risentimenti, incomprensioni e pregiudizi, che per secoli hanno tenuto prigionieri cattolici e ortodossi, impedendo loro di riconoscersi fratelli uniti nella diversità, capaci di testimoniare l’amore di Cristo, specialmente in questo mondo così diviso e conflittuale.
Camminare, pregare e lavorare insieme
Nell’ambito dei rapporti di collaborazione tra Sinodo della Chiesa di Grecia e Chiesa cattolica, questa estate, nel Collegio Teologico di Atene, sarà accolto un gruppo di studenti cattolici, “che saranno iniziati alla conoscenza della lingua greca moderna e della Chiesa ortodossa”. Un’iniziativa che Francesco loda, auspicando che possa ancora rinnovarsi.
Camminando insieme, lavorando insieme e pregando insieme, ci prepariamo a ricevere da Dio il dono dell’unità che, in quanto frutto dello Spirito Santo, sarà comunione e armonia nelle legittime diversità.
Camminare insieme, pregare insieme, lavorare insieme: questa è la strada da percorrere per il Papa, che ricorda infine Ioannis Zizioulas, vescovo metropolita ortodosso di Pergamo del Patriarcato di Costantinopoli, scomparso il 2 febbraio dello scorso anno, grande promotore dell’ecumenismo e tra i più importanti e influenti teologi ortodossi.