Chiesa Cattolica – Italiana

Francesco, i bambini e la pace: un grande incontro in Vaticano a inizio novembre

In migliaia sono attesi in Aula Paolo VI da tante parti del mondo per partecipare all’iniziativa che il Papa aveva annunciato all’Angelus del primo ottobre. Stamattina in Sala stampa vaticana la presentazione dell’evento incentrato sui temi della fraternità, del rispetto della persona e del creato, patrocinata dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e promossa in collaborazione con numerosi enti e associazioni

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Saranno i bambini e le bambine dai 7 ai 12 anni, previsti in oltre 6 mila da diverse parti del mondo, i protagonisti dell’evento “Impariamo dai bambini e dalle bambine” che si terrà il 6 novembre prossimo in Aula Paolo VI con la presenza di Papa Francesco che risponderà alle loro domande. Al tavolo dei relatori, durante la conferenza stampa di questa mattina nella Sala Stampa vaticana, siedono in tanti – ma nella sala sono presenti anche alcuni giovanissimi – perchè numerose sono le realtà ecclesiali e civili che sono state coinvolte nell’organizzazione di una giornata tutta dedicata all’ascolto delle loro voci.

Il tavolo dei relatori alla Conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa

Papa Francesco l’aveva annunciata all’Angelus dello scorso 1 ottobre affacciato alla finestra del Palazzo apostolico assieme a 5 bambini e bambine in rappresentanza dei cinque continenti. “Si tratta di un incontro – aveva detto – per manifestare il sogno di tutti: tornare ad avere sentimenti puri come i bambini, perché a chi è come un bambino appartiene il Regno di Dio. I bambini ci insegnano la limpidezza delle relazioni e l’accoglienza spontanea di chi è forestiero e il rispetto per tutto il creato. Cari bambini, vi aspetto tutti per imparare anch’io da voi”.

L’importanza di sognare in grande, di sognare la pace

Il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, principale soggetto organizzatore dell’evento, aprendo l’incontro con i giornalisti riprende le parole ripetute diverse volte dal Papa in cui sottolinea che i sogni sono importanti perchè tengono largo il nostro sguardo e che i sogni dei giovani sono i più importanti e che ciò che occorre fare è trasformare quei sogni in realtà. “Oggi i conflitti e le guerre – afferma il cardinale – richiedono da tutti noi questo coraggio, il coraggio di sognare la pace e di conquistare la pace. Impariamo da bambini ad avere questo coraggio”. Il dolore per quanto sta accadendo nel mondo e la speranza dei bambini, prosegue il prefetto, sono i due sentimenti che ci accompagnano nella preparazione dell’iniziativa. “Per fare la pace ci vuole molto più coraggio che fare la guerra – afferma ancora – ci vuole più coraggio per dire sì al dialogo e no allo scontro. (…) Che i bambini che incontreremo il 6 novembre siano per noi fonte di questo coraggio”. 

L’annuncio del Papa all’Angelus dell’iniziativa per i giovanissimi

“Quando sarò grande sarà troppo tardi”

In particolare i Francescani, la Comunità di Sant’Egidio, la Cooperativa Auxilium sostengono l’iniziativa a cui partecipano anche la Federazione italiana gioco calcio e Trenitalia, quest’ultima – come spiega Maria Luisa Grilletta, direttore Pianificazione industriale – per l’organizzazione del trasporto dei partecipanti a Roma da tutte le regioni d’Italia, con 8 treni speciali e alcuni pulmann. Ma è lo scrittore e pilota Aldo Cagnoli a raccontare come tutto sia partito da un dialogo tra lui e il figlio di 12 anni. Papa Francesco aveva donato a Cagnoli una copia dell’enciclica

Un’immagine del video preparato per l’evento

Che cosa vorresti chiedere a Papa Francesco?

Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, dice che la delegazione di giovanissimi che sarà accompagnata all’incontro dalla Comunità sarà internazionale, formata soprattutto dai nuovi italiani, cioè i figli degli immigrati, ma ci saranno anche bambini profughi arrivati in Italia attraverso i corridoi umanitari. Parla delle “Scuole della pace” che la Sant’Egidio promuove e di una mostra dal titolo “Facciamo Pace?!”, che sarà allestita in Aula Paolo VI, in cui si sente la voce dei bambini che dice no alla guerra dopo averla sperimentata sulla propria pelle. “Gli adulti – afferma Impagliazzo – spesso sono convinti di avere poco da imparare dai bamini che se ascoltati ci dicono invece molto, come sul rispetto per le persone e per il creato”. In queste “Scuole della Pace”, prosegue, i bambini stanno preparando le domande sollecitati semplicemente dalla domanda: “Che cosa vorresti chiedere a Papa Francesco?”. “Lo stanno facendo liberamente e semplicemente: alcune esprimono curiosità sul Papa e sulla sua vita, fa notare, ma altre mettono in luce l’importanza delle relazioni, la famiglia, il dolore, la felicità, il dolore, la morte, domande da cui traspare che solo se si viene accolti e amati si può essere felici”. Tutte queste domande, dice, saranno comunque portate al Papa anche se non tutte potranno essere espresse durante l’incontro. C’è molta attesa ed emozione per questo evento, conclude, in cui il Papa ci mostrerà come si ascoltano i bambini e sarà un’occasione per rinnovare il patto tra le generazioni per guardare con più fiducia al futuro.

Un’immagine del video

I bambini ci insegnano che abbiamo bisogno gli uni degli altri

Infine Angelo Chiorazzo, fondatore della Cooperativa Auxilium, conferma l’ondata di richieste che sta arrivando da ogni angolo del mondo per la partecipazione all’incontro in Vaticano. Sarà un modo per riportare all’attenzione di tutti, i bambini, spesso dimenticati. Ma che cosa possiamo imparare da loro?, si domanda Chiorazzo. “Che abbiamo bisogno degli altri, che abbiamo bisogno di amore e di capacità di perdono”, risponde ricordando che oggi nel mondo vengono uccisi più bambini che combattenti, basta vedere quanto sta succedendo attualmente in Medioriente. Tra i presenti in Sala Stampa vaticana Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace. Al termine della conferenza, esprime apprezzamento per l’iniziativa a cui è lieto di contribuire, un’iniziativa che, dice, è una nuova tappa nel cammino di formazione dei giovani come costruttori di pace che vede tanti soggetti impegnati. Concentrarsi sui più piccoli, afferma, è rispondere ai tanti dolori e angosce che oggi ci opprimono e vuol dire investire sul futuro. 

Un immagine del video

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