Francesco è vicino a chi soffre, palestinesi e israeliani: vi abbraccio in questo momento buio

Vatican News

Il Papa all’Angelus rinnova il suo grido: “le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta!”. Invoca aiuti per Gaza stremata e la liberazione degli ostaggi. Poi ricorda che “ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace”

Antonella Palermo – Città del Vaticano

Dalla guerra civile in Sudan, il pensiero di Francesco – dopo l’Angelus di questa domenica 12 novembre, corre al Medio Oriente dove si sta consumando un conflitto sanguinoso. È quotidiano, afferma il Papa, il suo personale ricordo a quella che definisce “gravissima situazione in Israele e in Palestina”.

“Sono vicino a tutti coloro che soffrono, palestinesi e israeliani. Li abbraccio in questo momento buio. E prego tanto per loro. Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta fratelli! Basta!”

Aiuti a Gaza, stremata, e liberazione degli ostaggi

E ancora, le parole accorate del Pontefice si riferiscono alli condizioni in cui versa la Striscia di Gaza. Il suo richiamo è alla sacralità della vita umana, senza distinzioni.

A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini. Ogni essere umano, che sia cristiano, ebreo, musulmano, di qualsiasi popolo e religione, ogni essere umano è sacro, è prezioso agli occhi di Dio e ha diritto a vivere in pace. Non perdiamo la speranza: preghiamo e lavoriamo senza stancarci perché il senso di umanità prevalga sulla durezza dei cuori.

Gaza, l’ospedale di Shifa completamente distrutto

Anche oggi, 12 novembre, l’esercito israeliano ha assicurato un corridoio umanitario di 7 ore per la popolazione palestinese che da nord vuole trasferirsi a sud della Striscia. Lo ha detto su X in arabo il portavoce militare Avichai Adraee. La via interessata è quella di Salah ad Din. Intanto, “l’edificio a due piani del reparto di malattie cardiache dell’ospedale Shifa di Gaza è stato completamente distrutto da un attacco aereo”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Afp il viceministro della Sanità, Youssef Abou Rich, attribuendo la responsabilità dell’attacco all’esercito israeliano. Il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) ha denunciato “un numero significativo di morti e feriti” in un “bombardamento” della sua sede a Gaza City, evacuata dai suoi dipendenti e ora occupata da centinaia di sfollati palestinesi. Un giovane palestinese è rimasto ucciso nel villaggio di Burqa (presso Nablus, Cisgiordania). Lo riferisce la agenzia Wafa.