Il Papa stamani si è recato nella chiesa romana dei Santi Quaranta Martiri e San Pasquale Baylon per pregare davanti al feretro de francescano suo confessore, scomparso all’età di 85 anni. Fra Jose Manuel Sanchis Cantó, della comunità che vive nella parrocchia: “Mi sono commosso per il gesto di vicinanza e affetto di Francesco”
Michele Raviart e Benedetta Capelli – Città del Vaticano
È all’Angelus che Papa Francesco ha voluto ricordare il suo confessore, il padre francescano Manuel Blanco Rodríguez, scomparso improvvisamente tra la notte di giovedì 20 e venerdì 21 giugno a Roma presso la chiesa dei Santi Quaranta Martiri e San Pasquale Baylon a Trastevere, dove domani, lunedì 24 giugno alle ore 10, si svolgeranno le esequie.
“Confessore, uomo di consiglio”: l’ha definito così Francesco. “Uomo della misericordia che non si è mai vantato del suo ruolo”: l’ha tratteggiato fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori. Padre Blanco ha ricoperto molti ruoli come quello di Decano e professore di Filosofia presso la Pontificia Università Antonianum.
Una visita nel segno della vicinanza
A raccontare l’arrivo di Papa Francesco è fra Josè Manuel Sanchis Cantó, professore di cristologia all’Antonianum e che vive insieme agli altri confratelli nella chiesa di Trastevere. “Questa mattina prima delle sette hanno suonato al campanello, il padre superiore ci aveva avvisato che sarebbe arrivato qualcuno della Casa Pontificia, ma non pensavamo che fosse il Papa. Quando ho aperto c’era la gendarmeria vaticana che ci ha avvisato dell’imminente arrivo di Francesco. Tutti i frati sono scesi nella sagrestia dove è collocato il feretro di padre Manuel – spiega fra Josè – poi il Papa è arrivato e ci ha salutati”. Dopo il primo scambio di battute, Francesco ha parlato con i presenti, informandosi della loro provenienza, alcuni giovani arrivano infatti dalle Filippine, altri dall’Indonesia. “Ci ha dato qualche consiglio e ci ha parlato di padre Blanco come di una persona buona, misericordiosa e mite – aggiunge fra Josè – il tutto in un clima di serenità e vicinanza”. Poi la preghiera delle lodi mattutine davanti alla salma. “La prima cosa che ha voluto fare il Papa – racconta il francescano – è stata quella di avvicinarsi il più possibile al feretro ed è rimasto lì tutto il tempo”.
“Un padre, un saggio, un maestro”
“Ho conosciuto padre Blanco quando sono venuto qui a studiare, nel 2003 avevo 23 anni, ero giovane e non avevo ancora pronunciato i voti solenni – ricorda fra Josè – padre Manuel è stato per me più che un confratello, è stato un padre, un saggio, un maestro”. “Ero con lui quando gli è stato detto che Papa Francesco voleva un confessore francescano ed era stato indicato lui”. Una vicinanza cresciuta nel tempo. “Oggi quando ho visto entrare il Papa quasi all’improvviso, mi sono commosso nono solo perché era il Papa ma per il suo gesto di affetto per padre Manuel. La sua scomparsa ci rattrista ma siamo confortati dalla Parola di Dio perché sappiamo che ora lui veglierà su tutti noi”.