Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Prima di concludere l’udienza generale, il Papa dedica qualche minuto al ricordo delle vittime della guerra in Ucraina. Definisce notizie di morte quelle che giungono sulle persone sfollate o su quelle che fuggono, sui morti, sui feriti e i tanti soldati caduti da una parte e dall’altra.
Chiediamo al Signore della vita che ci liberi da questa morte della guerra: con la guerra tutto si perde, tutto. Non c’è vittoria in una guerra: tutto è sconfitto. Che il Signore invii il suo Spirito perché ci faccia capire che la guerra è una sconfitta dell’umanità, che abbiamo bisogno di sconfiggere, tutti, facendo la guerra, che è un bisogno che ci distrugge, e ci liberi da questo bisogno di autodistruzione.
Fare delle armi strumenti per la pace
Francesco esorta anche a pregare “perché i governanti capiscano che comprare armi e fare armi non è la soluzione del problema”, che “la soluzione è lavorare insieme per la pace e, come dice la bibbia, fare delle armi strumenti per la pace”.
L’importanza della trasmissione anziani-giovani
Sviluppando il tema della trasmissione di vita e di fede da parte degli anziani verso i giovani, il Pontefice aveva sottolineato, nella sua catechesi, la necessità di dialogo tra giovani e anziani, del “racconto diretto, da persona a persona”, del “dono di una lucida e appassionata testimonianza” che si riceve dai nonni e dell’ascolto.
La trasmissione della fede – e del senso della vita – segue oggi questa strada, di ascoltare i vecchi? Io posso dare una testimonianza personale. L’odio e la rabbia alla guerra io l’ho imparata da mio nonno che aveva fatto il Piave, nel ‘14, e lui mi ha trasmesso questa rabbia alla guerra. Perché mi raccontò le sofferenze di una guerra. E questo non si impara né nei libri né in altra … si impara così, trasmettendola dai nonni ai nipoti.
La Polonia, testimone delle sofferenze dell’Ucraina
Rivolgendo, poi, i suoi saluti ai fedeli presenti in Aula Paolo VI, il Papa ricorda nuovamente l’Ucraina e, parlando ai pellegrini di lingua polacca, invita, nel cammino di penitenza quaresimale, a digiunare e a chiedere a Dio “la pace, sconvolta dalla guerra in corso in Ucraina”. “In Polonia, voi ne siete testimoni accogliendo i rifugiati e ascoltando i loro racconti”, evidenzia il Pontefice che ricorda il giorno speciale di preghiera di venerdì prossimo, solennità dell’Annunciazione del Signore, quando, durante la liturgia penitenziale che sarà celebrata nella Basilica Vaticana, si leverà l’invocazione a Maria perché “sollevi i cuori” di quanti sono “afflitti dalla crudeltà della guerra”.
L’invito ai fedeli ad unirsi alla preghiera del 25 marzo
Al Cuore Immacolato di Maria, Francesco consacrerà l’Ucraina e la Russia, mentre a Fatima, per suo volere, farà lo stesso il suo elemosiniere, il cardinale Konrad Krajewski. L’auspicio del Papa è che l’atto di consacrazione dei popoli al Cuore Immacolato di Maria “porti la pace al mondo intero”. Salutando, poi, i pellegrini di lingua portoghese, Francesco invita ad unirsi a lui e ai vescovi alla preghiera del 25 marzo, per chiedere “fiduciosamente al Signore, per intercessione della Madonna di Fatima, il dono della pace”.