Adriana Masotti – Città del Vaticano
“Un futuro dove la finanza sia al servizio del bene comune, dove i vulnerabili e gli emarginati siano messi al centro e dove la terra, la nostra casa comune, sia ben curata”: è la prospettiva che Papa Francesco auspica per l’intera famiglia umana e che descrive nel messaggio inviato al Gruppo della Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale in occasione degli Incontri di primavera 2021. Per raggiungere questo obiettivo, scrive, c’è bisogno di pensare a forme nuove, creative e inclusive “di partecipazione sociale, politica ed economica”. A cominciare dalla realizzazione, in questo tempo di pandemia, di “una solidarietà vaccinale giustamente finanziata, perché la legge del mercato non prevalga “sulla legge dell’amore e sulla salute di tutti”.
La ripresa non è tornare alla normalità
Papa Francesco si dice grato di poter partecipare con un suo messaggio ai lavori in corso che non possono non tener conto della serie “di gravi e interconnesse crisi socio-economiche, ecologiche e politiche” causate dal Covid-19 ed esprime subito la speranza che tali lavori siano indirizzati “ad un modello di ripresa” in grado di mettere in campo soluzioni più sostenibili per il bene di tutti. Scrive il Papa:
La nozione di ripresa non può accontentarsi di un ritorno a un modello diseguale e insostenibile di vita economica e sociale, dove una minuscola minoranza della popolazione mondiale possiede la metà della sua ricchezza.
Anche in finanza prevalga la “cultura dell’incontro”
Francesco ricorda ai partecipanti come oggi molti uomini e donne vivano ai margini della società e di fatto “esclusi dal mondo finanziario” e fa notare quindi che se si vuole che il mondo post-pandemia sia migliore “occorre escogitare forme nuove e creative di partecipazione sociale, politica ed economica, sensibili alla voce dei poveri e impegnate a includerli nella costruzione del nostro futuro comune”. (cfr. Fratelli Tutti, 169). Si tratta di sviluppare anche in ambito economico-finanziario, sostiene il Papa, una “cultura dell’incontro” dove tutti possano essere ascoltati e dove la crescita della fiducia e delle relazioni permettano a tutti di prosperare. Necessario e urgente per Papa Francesco, in questo senso, è superare oggi una visione individuale di ripresa dei singoli Paesi per dar vita a “un piano che preveda nuove istituzioni o la rigenerazione di quelle esistenti, in particolare quelle della governance globale”, un piano che aiuti a costruire una nuova rete di relazioni internazionali per lo sviluppo di tutti i popoli. Anche alle nazioni più povere è necessario assicurare perciò la partecipazione ai processi decisionali e l’accesso al mercato, ridurre significativamente il debito internazionale che la pandemia ha reso ancora più gravoso.
Alleviare il peso del debito di così tanti paesi e comunità oggi è un gesto profondamente umano che può aiutare le persone a svilupparsi, ad avere accesso ai vaccini, alla salute, all’educazione e al lavoro”.
Il debito ecologico verso il sud del mondo
Il Papa invita poi a non trascurare “un altro tipo di debito: il ‘debito ecologico’ che esiste soprattutto tra il nord e il sud del mondo” e dovuto al “degrado ecologico indotto dall’uomo e dalla perdita di biodiversità”. Il Papa si dice fiducioso in possibili soluzioni per ripagare tale debito e scrive:
Credo che l’industria finanziaria, che si distingue per la sua grande creatività, si dimostrerà capace di sviluppare meccanismi agili per il calcolo di questo debito ecologico, in modo che i paesi sviluppati possano pagarlo, non solo limitando significativamente il loro consumo di energia non rinnovabile o aiutando i paesi più poveri ad attuare politiche e programmi di sviluppo sostenibile, ma anche coprendo i costi dell’innovazione necessaria a tale scopo. (cfr. Laudato si’, 51-52).
Prioritario è il bene comune universale
Nel Messaggio Papa Francesco richiama l’attenzione su quello che dovrebbe essere l’obiettivo di tutta la vita economica e cioè “il bene comune universale”. Se questo principio è condiviso, la conseguenza per la comunità internazionale è, scrive, una solidarietà che va ben oltre “sporadici atti di generosità”.
Significa pensare e agire in termini di comunità. Significa che la vita di tutti è prioritaria rispetto all’appropriazione dei beni da parte di pochi. Significa anche combattere le cause strutturali della povertà, della disuguaglianza, della mancanza di lavoro, di terra e di case, della negazione dei diritti sociali e del lavoro… La solidarietà, intesa nel suo significato più profondo, è un modo di fare storia. (Fratelli Tutti, 116).
L’appello perchè si garantisca il vaccino anti Covid per tutti
I mercati, specie quelli finanziari, osserva ancora Papa Francesco, non si governano da soli, sono necessari regolamenti e leggi che garantiscano che la finanza “lavori per gli obiettivi sociali così tanto necessari durante l’attuale emergenza sanitaria globale” perché, si legge nella lettera, “non possiamo permettere che la legge del mercato prevalga sulla legge dell’amore e sulla salute di tutti”. L’appello di Francesco ai capi di governo, alle imprese e alle organizzazioni internazionali è quindi “a lavorare insieme per fornire vaccini per tutti, soprattutto per i più vulnerabili e bisognosi”. (cfr. Messaggio Urbi et Orbi, Natale 2020).
I più vulnerabili e la nostra casa comune siano al centro
Il Papa conclude il suo Messaggio auspicando per gli Incontri di primavera 2021 della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale un lavoro fruttuoso per un futuro “dove la finanza sia al servizio del bene comune, dove i vulnerabili e gli emarginati siano messi al centro, e dove la terra, la nostra casa comune, sia ben curata. E su tutti i partecipanti invoca i doni di Dio: “saggezza, comprensione, buon consiglio, forza e pace”.