Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Occorre far crescere la “cultura della cura”, che è “cultura dell’armonia, che conserva l’armonia, favorendo il “dialogo tra i saperi” e promuovendo un’“educazione inclusiva” basata “sui pilastri dell’ecologia integrale” e “volta a sottolineare le interrelazioni tra l’uomo e l’ambiente. Questo il pensiero che Francesco rivolge ai partecipanti al Convegno Internazionale “Nature in Mind. Una nuova cultura della natura per la tutela della biodiversità”, organizzato dal Comando dell’Arma dei Carabinieri. A loro l’indicazione sulla direzione da seguire per proteggere la “casa comune”:
Al fine di promuovere uno sviluppo davvero sostenibile, è necessario aprirsi con creatività a itinerari nuovi, più integrati, condivisi, collegati direttamente con le persone e i loro contesti. In questo modo tutti si sentono coinvolti nel contribuire al patto educativo, che tende a formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni.
Costruire il “villaggio globale della cura”
Per il Papa qualunque misura risulterà inefficace “se non coadiuvata e sostenuta da un processo educativo che favorisca la cura e la protezione della nostra casa comune”:
Attraverso i nostri talenti siamo tutti chiamati a costruire il “villaggio globale della cura”, a formare una rete di relazioni umane che respingano ogni forma di discriminazione, violenza e prevaricazione. In questo nostro “villaggio”, l’educazione si fa portatrice di fraternità e generatrice di pace fra i popoli nonché di dialogo tra le religioni.
La bellezza della natura dono di Dio da custodire
Nel discorso pronunciato nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, Francesco ricorda anche l’impegno dell’Arma, volto “a rafforzare il dialogo urgente e dialogo responsabile sul futuro del pianeta, “perché la sfida ambientale” – ribadisce – con “le sue radici umane” riguarda tutti. Osserva che il convegno, iniziativa “che dimostra la volontà di collaborare per proteggere insieme la nostra casa comune” “fa pensare all’itinerario di San Buonaventura da Bagnoregio”, il quale in più occasioni invita a scoprire il “Trascendente anche attraverso la contemplazione della bellezza della natura”. Un dono di Dio “al genere umano, che è chiamato a coltivarla e custodirla”. Una “bellezza condivisa” in quello che è il “legame dinamico tra Creatore, creatura umana ed altre creature”, un’alleanza in cui non ci deve illudere “di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi”.
Fratellanza tra di noi e con il creato
C’è bisogno, rimarca il Papa, “di una mite e paziente fratellanza tra di noi e con il creato”, perché la vita e la storia dimostrano “che non possiamo essere noi stessi senza l’altro e senza gli altri”, “tutto è intimamente relazionato”. Infine Francesco esprime ai carabinieri apprezzamento per il loro impegno quotidiano e li esorta a proseguirlo con coraggio.