Poco prima dell’udienza generale, il Papa ha salutato una delegazione della Moschea di Bologna e consegnato un discorso nel quale invita cristiani, ebrei e musulmani che adorano “il Dio Unico”, ad offrire per primi, al mondo contemporaneo, una testimonianza di fraternità. Il Pontefice ha esortato anche al rispetto della libertà religiosa: “Ogni credente deve sentirsi libero di proporre – mai imporre – la propria religione ad altre persone, credenti o no”
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Il breve incontro con un gruppo di musulmani da Bologna nello studio dell’Aula Paolo VI, prima dell’udienza generale, è lo spunto, per Papa Francesco, per esortare ancora alla fratellanza universale. Il Pontefice lo fa nel saluto consegnato alla delegazione della Moschea del capoluogo emiliano nel quale chiede soprattutto ai credenti di qualunque fede di promuovere l’armonia tra i popoli.
Il mondo, specialmente in questo momento storico, ha bisogno di credenti coerenti e fortemente impegnati nella costruzione e nel mantenimento della pace sociale e mondiale.
L’esempio di cristiani, ebrei e musulmani
Ad accogliersi “gli uni gli altri come fratelli” sono chiamati, “prima di tutto”, cristiani, ebrei e musulmani, che adorano “il Dio Unico”, e che fanno “riferimento, anche se in modi diversi, ad Abramo come padre nella fede”, è l’invito del Papa, che ritiene la “testimonianza di fraternità” dei fedeli delle religioni monoteistiche “indispensabile e molto preziosa” nel mondo di oggi.
Noi che abbiamo avuto il dono di questa appartenenza religiosa, siamo chiamati ad essere aperti e accoglienti verso quanti non la condividono, perché sono, come tutti noi, membri dell’unica famiglia umana.
Si rispetti la libertà di coscienza e di religione
Nel testo del discorso, Francesco sottolinea che “il dialogo sincero e rispettoso tra cristiani e musulmani è un dovere” per quanti vogliono “obbedire alla volontà di Dio”, il quale desidera “che i suoi figli si vogliano bene, si aiutino a vicenda, e che, se sorge tra loro qualche difficoltà o incomprensione, si mettano d’accordo con umiltà e pazienza”. Ma il dialogo richiede che si riconoscano “dignità” e “diritti di ogni persona”, aggiunge il Papa, e tra questi, anzitutto la “libertà di coscienza e di religione”.
Inoltre, ogni credente deve sentirsi libero di proporre – mai imporre! – la propria religione ad altre persone, credenti o no. Ciò esclude ogni forma di proselitismo, inteso come esercitare pressioni o minacce; deve respingere ogni tipo di favori finanziari o lavorativi; non deve approfittare dell’ignoranza delle persone.
Anche “i matrimoni tra persone di religioni diverse non devono essere occasione per convertire il coniuge” al proprio credo, aggiunge infine Francesco, che auspica alla delegazione della moschea di Bologna “buoni rapporti con la Chiesa cattolica: con il vescovo, con il clero e con i fedeli, nel rispetto reciproco e nell’amicizia” e ringraziando le comunità musulmane di essere “artigiani della pace”.