Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Siamo tutti senza parole di fronte alle tante le immagini di sofferenza e di efferatezza che giungono quotidianamente dall’Ucraina attraverso i media. “La cosa più triste – commenta fra Giulio Cesareo, portavoce del Sacro Convento di Assisi – è che ci sono alcune voci che cercano di giustificare tutto questo dicendo che è necessario, che è quasi una strada obbligata, che sarà il cammino verso la pace e verso la tranquillità. Ma questa è una menzogna, perché il male produce solo male”.
Una luce di speranza
Una situazione che spinge il frate a chiedere di condividere l’appello alla pace di San Francesco assicurando il nostro aiuto a queste persone costrette ad abbandonare le proprie case e i propri affetti per sfuggire dalle bombe e dall’assurdità della guerra. Ed è per questo motivo che il Sacro Convento di Assisi ha deciso di lanciare una campagna benefica per dare “una mano francescana all’Ucraina”. Lo strumento scelto è quello del numero solidale: basta fare una telefonata oppure inviare un SMS al numero 45515 per contribuire alla causa. “Sarà come riaccendere una luce di speranza in un mare di tenebre”, afferma fra Giulio che precisa: “il ricavato servirà ad aiutare i nostri confratelli nel Paese ad aiutare i profughi”.
I taxi per i profughi
Sono 5 le comunità dei frati minori conventuali della Custodia della Santa Croce in Ucraina che dall’inizio del conflitto stanno svolgendo lavorando al fianco della popolazione. Alcuni hanno organizzato dei veri e propri “taxi francescani” in sostegno della gente che fugge dalle proprie abitazioni alla ricerca di una sistemazione. “In pratica – spiega il portavoce del Sacro Convento – vengono portati nei conventi ricevendo un primo ristoro prima di essere accompagnati oltre confine dove trovano altri confratelli pronti a supportarli nel loro cammino verso la sicurezza”.
Le strutture francescane in Ucraina rappresentano una sorta di oasi per tante donne e bambini che trovano anche dei vestiti e soprattutto le condizioni per poter riposare un po’ dopo giorni di estrema sofferenza. “La notizia è che questo servizio di accoglienza procede nonostante tutto”, aggiunge fra Giulio riferendo di un colloquio telefonico avvenuto stamattina con fra Mikola Orah, del Convento di Leopoli, in prima linea in questa attività. Il religioso nel paese sottolinea che ora servono soprattutto medicinali per le persone provate dal freddo oltre che dalle ferite provocate dalle armi da fuoco e dagli ordigni bellici.
Non siamo fatti per la guerra
La compagna solidale del Sacro Convento continuerà fino al primo di aprile. “L’intento – aggiunge fra Giulio Cesareo, che ringrazia quanti potranno partecipare – è anche quello di ricordare a ciascuno di noi che l’umanità non è fatta per farsi la guerra. Siamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre, e siamo chiamati a vivere su questa terra la meravigliosa avventura della fraternità”. Un anelito rappresentato ogni giorno in tutte le celebrazioni che si svolgono all’interno della Basilica di San Francesco ad Assisi, in linea con le continue richieste di preghiera del Papa. “Da quando sono scoppiate le ostilità – conclude – abbiamo inserito una esortazione per la pace in Ucraina per non abituarci alla guerra, per portare questa richiesta sempre nel nostro cuore e per presentarla quotidianamente al Signore”.