Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Nell’Anno della Famiglia Amoris Laetitia, l’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC/WUCWO) si è soffermata sui più piccoli, guardando alla loro condizione di fragilità soprattutto se vittime di abusi. In due webinar online, tenutisi nei giorni scorsi, è stato presentato un volume in spagnolo, francese e inglese, dal titolo: “Come prevenire l’abuso infantile nella famiglia e nella scuola”. A scrivere la prefazione la dottoressa Linda Ghisoni, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
R. – Come emerso nel corso degli incontri on-line e organizzati dall’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche, la pandemia e le sue conseguenze hanno provocato l’aumento della violenza domestica, un aumento degli abusi sessuali, che avvengono, e questo non possiamo dimenticarlo, in una percentuale davvero elevata in famiglia da parte di parenti più prossimi, da persone di fiducia della famiglia stessa. L’iniziativa della UMOFC si inserisce molto bene nell’Anno della Famiglia, Amoris Letitia voluto dal Santo Padre; è un anno che intende presentare nuovamente al mondo il disegno di Dio sulla famiglia come una buona notizia, come fonte di speranza per le famiglie stesse e per la società. Come ricordava il cardinale Farrell, quando c’è stato l’evento di presentazione di questo anno speciale, la famiglia è chiamata ad essere custode delle nostre relazioni più autentiche e originarie, quelle che nascono nell’amore e ci fanno maturare come persone. Ecco, perciò, questo anno ci offre l’opportunità di raggiungere le famiglie laddove sono, per non farle sentire sole di fronte alle difficoltà, per ascoltarle, per intraprendere iniziative pastorali che le aiutino a coltivare il loro amore quotidiano. Direi che su questo punto c’è una sottolineatura particolare da fare in questo anno e riguarda la formazione dei formatori, perché siano in grado di mostrare alle famiglie come la grazia, che scaturisce dal matrimonio, possa rispondere alle sfide della vita pratica, non in astratto, ma nelle circostanze davvero concrete che si vivono all’interno delle varie culture e zone geografiche del mondo.
Che cosa è emerso, secondo lei, durante questa occasione di condivisione e ascolto dei saperi tra professionisti impegnati nel contrasto di questa piaga?
R. – Proprio sulla scia dell’importanza da attribuire alla formazione, negli incontri on-line ci sono stati interventi in particolare delle due professoresse autrici di contributi raccolti nel volume: “Come prevenire l’abuso infantile nella famiglia e nella scuola”, Maria Ines Franck e Caterina Fuchs hanno fornito strategie concrete da attuare quotidianamente in contesti educativi per bambini e adolescenti, come anche in famiglia, per costruire e consolidare ambienti sani e relazioni sane. Alcuni partecipanti a questi incontri poi hanno condiviso progetti già posti in essere, oppure altri in elaborazione, per l’attuazione pratica di quanto contenuto nei volumi. Da questo approccio, da questo scambio di esperienze utili per genitori ed educatori, si evince un investimento lungimirante da parte dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche nella formazione, in ambito familiare e scolastico. Lungimirante, perché contribuisce a mettere al centro, a tutelare le persone, i più piccoli, le relazioni umane, che sono poi determinanti per la nostra società.