Chiesa Cattolica – Italiana

‘Food security’: minacciati da alimenti contaminati i Paesi a basso reddito

Francesca Merlo – Città del Vaticano

La sicurezza degli alimenti, su cui insiste soprattutto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), mira alla protezione del consumatore da infezioni o intossicazioni derivati da microrganismi o batteri che nascono nel cibo malconservato. A spiegarlo è il professor Pier Sandro Cocconcelli, docente presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Microbiologia degli Alimenti.

Ascolta l’intervista a Pier Sandro Cocconcelli

“Ci sono oltre 200 possibili malattie che derivano dagli alimenti”, dice Cocconcelli, aggiungendo che le più comuni sono quelle dovute ad infezioni e intossicazioni microbiche, quindi batteri. Queste, spiega, nelle parti sviluppate del mondo sono meno comuni che nei Paesi a basso reddito. I microrganismi sono la causa maggiore di patologie, prima tra le quali la dissenteria. “Ci sono poi tossine”, continua Cocconcelli, sia quelle di origine naturale, che quelle causate da conservazione non corretta, “per esempio per i cereali”, che possono portare anche a tumori, come cancro al fegato. Poi, invece, ci sono le tossine che vengono dalle contaminazioni, come il pesce che ha tracce di mercurio. Spesso, dice, prodotti chimici vengono “intenzionalmente aggiunti nella filiera alimentare, in quel grosso settore che va dalla raccolta alla tavola, che possono essere pesticidi o composti contenuti nelle plastiche”. Il cattedratico ricorda, infatti, che “uno dei casi recentemente sotto indagine riguarda alcune sostanze che vengono aggiunte alle plastiche e che creano una grande varietà di batteri, muffe o virus che rischiano di creare malattie anche serie al consumatore”.

I dati dell’OMS

Una persona ogni dieci ogni anno viene colpita da una malattia alimentare, raccontano i dati dell’OMS, pari dunque a 600 mila persone l’anno. “Ma questa non è una cifra uniforme a livello geografico”, spiega Pier Sandro Cocconcelli. Chiaramente ci sono aree geografiche, come l’Europa, e altri Paesi ad alto reddito dove le malattie alimentari sono piuttosto rare. Si tratta di patologie dovute a nuovi rischi emergenti su cui i consueti approcci, che abbiamo avuto fino ad adesso per ridurre il rischio di contaminazione, non sono efficaci”. Esistono, invece, altre aree del mondo più povere, “dove le condizioni igieniche sono più limitate e quindi la prevalenza di malattie e il rischio per i consumatori è più elevato”.

A rischio minori e anziani

Un altro problema è quello della distribuzione nelle fasce d’età. “Non tutti i consumatori corrono lo stesso rischio”, spiega Cocconcelli: “Chiaramente i più vulnerabili sono i bambini sotto i 5 anni e gli anziani. Essi sono più a rischio rispetto a una persona di 20 o 30 anni”. Sono state messe in atto delle strategie, dalla FAO e dall’OMS, applicando controlli su tutti i fattori ambientali, dall’allevamento degli animali e ciò che questi mangiano, al consumatore che si nutre dell’animale stesso. “Tutto questo è controllato”, dice Cocconcelli, anche se chiaramente esistono dei fattori che possono avere un effetto molto grave e devastante. Il riferimento è soprattutto al mercato di cereali. A causa della guerra in Ucraina, le popolazioni più vulnerabili, che sono quelle a basso reddito, sono maggiormente colpite da malattie causate da alimenti contaminati e “il rischio di ammalarsi è sempre più elevato”.

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