Eugenio Bonanata e Daniele D’Elia – Città del Vaticano
La premura del Papa è che il Giubileo del 2025 venga preparato nel migliore dei modi. Ad affermarlo è il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, che ha riferito in una intervista all’emittente Telepace dell’udienza avuta con Francesco lo scorso 3 gennaio, durante la quale è stato approvato il motto dell’Anno Santo. Un motto, ha osservato monsignor Fisichella, che “si sintetizza in due parole”: “Pellegrini di speranza”.
Una macchina efficiente
Come ogni motto, anche in questo caso il senso dell’intero percorso giubilare comincia dai termini scelti per condensarlo. Termini che fanno risaltare un tema chiave del pontificato di Francesco. “Sono tante le opere da realizzare” in questi due anni, ha detto il capo del dicastero che ne avrà la responsabilità organizzativa. La necessità, ha sottolineato, è di avere un “impatto preparatorio solido” e creare una macchina organizzativa efficiente.
“Per attivarla completamente attendo ulteriori indicazioni dal Papa”, ha precisato monsignor Fisichella, sebbene di fatto il lavoro sia già partito. Una delle priorità riguarda l’accoglienza dei pellegrini e dei fedeli. Sono molti quelli attesi a Roma durante l’Anno Santo, nell’auspicio che nei prossimi due anni l’emergenza sanitaria non condizioni più come oggi le attività. Il presule conferma che “sono ormai assidui i contatti con il Comune di Roma, con la Regione Lazio e con il governo italiano, affinché tutto possa svolgersi in piena sicurezza e in linea con capacità di accoglienza che la città ha sempre garantito”.
La mostra “100 presepi in Vaticano”, opera di evangelizzazione
Il presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione commenta con grande soddisfazione i risultati ottenuti dalla mostra “100 presepi in Vaticano”, che si è svolta sotto il Colonnato del Bernini fino al 9 gennaio. Per il presule si è trattato di “una grande opera di evangelizzazione”, confermata anche dal numero delle presenze certificate: “190.416 ingressi in tutto”. Un’affluenza molto alta che conferma l’attenzione della gente nei confronti di quel “mirabile segno”, come lo ha definito il Papa nella sua lettera apostolica del 2019.
“Tanti bambini, tanti giovani e tante famiglie – ha raccontato monsignor Fischella – si sono recati in piazza San Pietro per ammirare le opere esposte” e nel farlo hanno confermato che quella inaugurata da San Francesco a Greccio nel 1223 è un’usanza ancora viva e rappresentativa delle nostre origini, della nostra identità e della nostra cultura. “Il presepe – ha concluso il presule – rappresenta un bagaglio di tradizioni a cui non possiamo rinunciare”.