Fintech: vantaggi e rischi

Vatican News

Nel Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa, Mariarosa Borroni analizza i vantaggi ma anche i pericoli della tecnologia applicata ai servizi finanziari

Mariarosa Borroni*

L’applicazione della tecnologia (technology) ai servizi finanziari (financial) ha dato origine al cosiddetto “fintech”, un termine che ricomprende in sé modelli di business, canali di vendita, servizi finanziari, tecnologie abilitanti e molto altro ancora. Molteplici sono infatti gli ambiti nei quali la tecnologia ha apportato un significativo cambiamento: pagamenti, prestiti, gestione del risparmio, consulenza finanziaria e gestione del rischio. All’interno di ciascuna di queste macroaree sono stati sviluppati numerosi prodotti e/o servizi che, grazie alla tecnologia, consentono di soddisfare un bisogno finanziario in brevissimo tempo, in maniera precisa e con un notevole risparmio di costi rispetto alla tradizionale modalità di esecuzione. Evidenti sono i benefici che il fintech reca con sé: riduce i costi di accesso e di utilizzo dei servizi finanziari, ampliandone così l’accesso anche a soggetti tradizionalmente “esclusi”, quali ad esempio le persone a basso reddito, che vivono in paesi con una scarsa infrastruttura finanziaria; facilita i pagamenti e le rimesse a livello internazionale, consentendo di realizzare uno sviluppo economico più ampio e una crescita inclusiva; crea nuove opportunità anche per le autorità di regolamentazione e controllo, favorendo e semplificando la conformità normativa e gli stessi processi di supervisione.

Non meno evidenti sono tuttavia i potenziali rischi, e l’effetto “contagio” che la velocità della tecnologia può generare e diffondere: si pensi al tema della protezione dei consumatori e degli investitori, all’uso improprio di dati o alla sottrazione di denaro attraverso truffe di natura informatica; all’adeguatezza delle reti di sicurezza esistenti; alle potenziali minacce all’integrità del sistema finanziario stesso. Resta poi un tema di fondo, quello della “convivenza” tra banche, fintech e bigtech, quali Alphabet-Google, Apple, Microsoft, Amazon, etc., che hanno cominciato ad operare anche nel settore dei servizi finanziari, e la cui concorrenza potrebbe avere un effetto dirompente di “spiazzamento” sulle banche. Nell’enciclica di Papa Francesco Laudato si’, finanza e tecnologia vengono a fondersi con un chiaro monito: “uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore non può considerarsi progresso” (194). L’indicazione, disarmante nella sua semplicità lessicale, racchiude l’obiettivo “ideale” del fintech: attraverso lo strumento tecnologico, consentire l’acceso ai servizi finanziari a tutte le persone, come strumento di miglioramento del proprio benessere, non solo economico ma, come ricorda il Pontefice, “integrale”, assicurando così “una sempre maggiore equità e inclusione sociale” (Fratelli tutti, 31).

*Docente di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore

Ascolta il podcast del Dizionario della Dottrina sociale della Chiesa

Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Mariarosa Borroni, curatrice della voce “Fintech” del Dizionario di Dottrina sociale.