Chiesa Cattolica – Italiana

Filoni: il Papa in Iraq per incoraggiare i cristiani e la convivenza civile

Eugenio Bonanata – Città del Vaticano

Per entrare in sintonia con l’imminente viaggio apostolico di Francesco, c’è uno strumento che aiuterebbe non poco a comprendere la realtà composita di una terra antica e martoriata, che domani per la prima volta abbraccerrà un Successore di Pietro. ‘La Chiesa in Iraq. Storia, sviluppo e missione, dagli inizi ai giorni nostri’ (Pag. 256, Euro 16,00). Si tratta di un volume pubblicato nel 2016 dalla Libreria Editrice Vaticana, che oggi torna di attualità a poche ore dalla partenza del Papa per Baghdad. L’ha scritto un esperto in materia, il cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e uno dei membri della delegazione pontificia che viaggerà sul volo papale. Il porporato conosce molto bene quella realtà, dove si è recato in seguito alla cacciata dell’Isis e dove ha trascorso cinque anni in veste di nunzio apostolico dal 2001 al 2006.

Spirito di rinascita

“Il libro – afferma il cardinale Filoni – è un po’ come una finestra: guardandoci dentro si può scoprire la ricchezza di questa Chiesa, di questa comunità, di queste tradizioni e di questa cultura”. In particolare, dimostra che la Chiesa irachena non è stata evangelizzata dai missionari, ma è originaria. “Tant’è vero – osserva – che loro rivendicano giustamente di essere stati evangelizzati direttamente da un apostolo, San Tommaso”. E non è tutto: “Vantano anche una lingua molto vicino e simile a quella del Signore”. Queste dinamiche, però, non si conoscono affatto in Occidente nonostante il debito della Chiesa latina nei loro confronti sia enorme. “Questa realtà – sostiene il porporato – ha bisogno di sentire la fraternità di tutta la Chiesa, ma anche di tutto il mondo orientale”. Ecco dunque il valore dell’arrivo di Francesco, dopo lo shock derivante dall’intervento dell’Isis che ha seminato morte e distruzione riducendo drasticamente la presenza cristiana nel Paese. Il viaggio del Papa, prosegue il cardinale Filoni è “un’occasione molto favorevole affinché, anche se minoritari in questa terra, i cristiani non si sentano emarginati, ma effettivamente parte della vita di tutta la Chiesa universale”.

Sulla linea della fratellanza

Oltre all’incoraggiamento alla comunità cristiana, c’è anche il tema del dialogo interreligioso da tenere presente. Questo ambito – avverte il porporato – non riguarda solo i rapporti tra l’Islam e le tante minoranze presenti, ma soprattutto le dinamiche interne all’Islam stesso e quindi le relazioni fra sciiti e sunniti. “Francesco affermerà la sua linea basata sulla fratellanza”, dice il cardinale Filoni, invitando a considerare anche un’altra importante dimensione: quella della convivenza civile. L’obiettivo della leadership irachena è di superare l’instabilità e le divisioni tra le varie componenti per abbracciare un modello di sviluppo e di progresso il più possibile egalitario, che rilancia la forza del dialogo, dell’unità e del bene comune.

Sogno che si realizza

Tutto questo considerando il quadro internazionale dell’emergenza sanitaria e di un viaggio a lungo desiderato dal Papa. Sul punto, il cardinale Filoni rileva che “non si può aspettare un tempo felice per fare i viaggi papali”, ricordando il precedente del Centrafrica e viceversa il sogno incompiuto di san Giovanni Paolo II, che non riuscì a concretizzare il progetto di recarsi ad Ur, nella terra di Abramo, per il Giubileo del 2000. Il cardinale Filoni ricorda che all’epoca in quella zona avevano preso il sopravvento le milizie sciite e non si erano potute avere garanzie di sicurezza tali da consentire la visita di Karol Wojtyla. Una complessa pagina di storia che ora trova l’esito a lungo atteso dal cuore dei Papi.

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