Anna Poce – Città del Vaticano
Quest’anno i fedeli delle Filippine, tra il 16 dicembre e la vigilia di Natale, potranno partecipare in presenza, rispettando le misure per il contenimento della diffusione del Covid-19, alle tradizionali celebrazioni della Novena in preparazione del Natale, conosciute nel Paese, nella lingua Tagalog, come “Simbang gabi” (Messa della notte) o “Misa de Gallo” (Messa del gallo), pregando per le loro famiglie e per la pace nel Paese e nel mondo e affidando le loro intenzioni al Bambino Gesù, l’Emmanuele.
Celebrazioni con la partecipazione dei fedeli
Le autorità sanitarie – si legge su UCA News – hanno permesso di partecipare alle celebrazioni in chiesa, limitando i posti disponibili al 50% della capienza massima, e alle riunioni all’aperto, a condizione di osservare le misure di distanziamento sociale stabilite dalla Inter-Agency Task Force per la gestione delle malattie infettive emergenti.
“L’anno scorso le porte delle chiese sono state chiuse a causa della pandemia” ha affermato ieri il segretario alla Sanità Francisco Duque III. “Molti dei nostri parrocchiani hanno assistito alle Messe all’alba attraverso i loro televisori o online. Ora potranno di nuovo godere di questa atmosfera prenatalizia unica” ha sottolineato, pur invitando la popolazione a non abbassare la guardia anche se vaccinata contro il Covid-19.
“C’è bisogno di osservare alcuni protocolli – ha precisato – come indossare sempre mascherine e osservare il distanziamento fisico. Non abbassiamo la guardia, specialmente ora che la variante Omicron è presente nel Paese”, ha detto.
Prima “Misa de gallo” del cardinale Advincula
Ieri, prima giornata della novena, anche il cardinale Jose Advincula ha celebrato la sua prima Messa all’alba nella Cattedrale di Manila, come nuovo arcivescovo metropolita della capitale. Il porporato ha ricordato ai cattolici di non dimenticare il vero spirito del Natale, che non dipende dalle cose materiali, ma dalla gioia che questo tempo liturgico porta nel cuore dei cattolici. Ha invitato dunque a donare, “vera” essenza del periodo natalizio, soprattutto a coloro che non hanno nulla da mangiare, come le vittime del tifone Rai che ha colpito le Filippine il 16 dicembre, costringendo più di 300mila persone a lasciare le loro case.
“Ricordiamo – ha detto il cardinale Advincula – coloro che sono stati colpiti dal tifone. Molti di loro non hanno più nulla per il Natale. Che queste Messe all’alba ci facciano capire il nostro dovere di aiutare i nostri fratelli e sorelle poveri”.
“Simbang gabi”
Dal 16 al 24 dicembre, dunque, per nove giorni, i fedeli filippini si alzano presto per prendere parte alla Messa mattutina – alle 3 o alle 4 del mattino – fino alla “Misa de gallo” della Vigilia di Natale, quando accolgono Gesù Bambino. Essi in questi giorni di preparazione esprimono la loro devozione filiale alla Vergine Maria, accompagnandola fino alla nascita di suo Figlio, tra liturgie, canti, “parol” – lanterne disseminate ovunque che simboleggiano la stella cometa di Betlemme, che guidò i Magi a Gesù – e specialità culinarie locali. Si tratta di una tradizione che risale all’arrivo dei missionari spagnoli nell’arcipelago filippino: a quel tempo, i religiosi decisero di celebrare le Messe prima dell’alba in modo che i contadini potessero assistervi prima di andare a lavorare nei campi.
Da allora, questa devozione secolare continua ad essere celebrata nel Paese e in tutte le comunità filippine disseminate nel mondo, come sottolineato anche da Papa Francesco in