Fides, nuovo video sulla Mongolia: la missione in prima linea del cardinale Marengo

Vatican News

A poche settimane dall’arrivo di Papa Francesco, continua il racconto dell’agenzia vaticana sulla vita della piccola comunità ecclesiale del Paese asiatico. Il Prefetto apostolico di Ulaanbaatar: le persone possono accorgersi che al di là delle nostre povere vite c’è un messaggio di amore, di misericordia che poi le tocca e che eventualmente le fa muovere verso la fede

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Arvajhėėr è a 350 chilometri dalla capitale mongola Ulaanbaatar, piccolo centro abitato della regione di di Ôvôrhangaj con neanche ventimila abitanti, interamente dedicati al loro bestiame, ed è stata la missione in prima linea del cardinale Giorgio Marengo, missionario della Consolata e oggi Prefetto apostolico di Ulaanbaatar. Dopo tre anni di studio della lingua nella capitale, è a Arvajhėėr, nel 2006, che si rende conto che “un conto è la provincia, la campagna” e un altro conto “è la realtà della capitale”. È allora, divenuto parroco, che prende l’avvio della missione ed è da quel racconto che parte il quarto video-reportage prodotto per l’Agenzia Fides da Teresa Tseng Kuang yi in vista del viaggio di Papa Francesco in Mongolia dal 31 agosto al 4 settembre.

Mongolia, la missione in prima linea

La testimonianza di fede

Un insieme di immagini che uniscono alle parole materiale d’archivio e testimonianze che raccontano il percorso della fede in un luogo dove la Chiesa cattolica non era presente, di come lavorando sulle relazioni di fiducia con la popolazione e dando la sua testimonianza di vita con i più poveri, la Chiesa cattolica sia riuscita ad accompagnare gli abitanti nella fede, perché è così “che è nato il desiderio di alcune persone di avvicinarvisi”. Missionari e missionarie come padre James Mate, suor Magdalene Maturi e suor Theodora Mbilinyi spiegano come “chiacchierando con loro si entri di più nella realtà”, soprattutto in quella delle donne e dei bambini.

Ricchi dell’amore di Cristo

“I mongoli sono persone emotive e diventano facilmente felici o pensierose”, a darne descrizione sono Perlima e Rencin due anziani coniugi per i quali la felicità e andare in chiesa, dove per la prima volta Rencin è entrato nel 2008, per seguire la moglie che ne aveva parlato a casa. Erano tempi di difficili per la famiglia, loro e i quattro figli, senza cibo, né lavoro, “ma da quando crediamo in Dio la nostra vita è cambiata molto, perché anche se senza cibo eravamo ricchi dell’amore di Cristo”.

Il messaggio di amore e di misericordia

La vita dei missionari, sono ancora le parole del porporato, è “un continuo succedersi di giornate magari non così significative, almeno così sembra, ma vissute nella fedeltà al rapporto” con Cristo, con gli altri, giornate in cui costruire “relazioni significative come Gesù faceva coi suoi amici e discepoli”. “Dentro questo tessuto di vita, il Signore costruisce tutto il suo mistero di amore per le persone a cui noi siamo inviati”. Il Prefetto apostolico di Ulaanbaatar conclude spiegando come aprendosi “a quello che la realtà ci dice giorno per giorno”, le persone possono accorgersi che “al di là delle nostre povere vite c’è un messaggio di amore, di misericordia che poi le tocca e che eventualmente le fa muovere verso la fede”.