Si è concluso ieri sera l’evento di Otranto con un riconoscimento assegnato alla polisportiva della Santa Sede. Centinaia le persone che in questi giorni hanno partecipato alla manifestazione che ha visto protagoniste, tra le altre, l’intelligenza artificiale, le periferie e le discriminazioni di genere
Andrea De Angelis – Otranto
Si spengono i riflettori, ma si scaldano già i motori per la prossima edizione. Questo il messaggio che arriva da Largo Porta Alfonsina, ad Otranto, dove ieri, sabato 7 settembre, si è concluso il Festival Giornalisti del Mediterraneo. Un’edizione che ha visto un notevole salto di qualità anche per quanto riguarda il conferimento dei premi Caravella, con figure di rilievo internazionale e giornalisti di grande prestigio, i cui reportage dai Paesi in guerra, o in Italia per quanto attiene anche il contrasto alla criminalità organizzata, sono stati e saranno ancora per molto tempo dei modelli.
Il riconoscimento ad Athletica Vaticana
La serata ha avuto inizio con il premio assegnato al presidente di Athletica Vaticana, Giampaolo Mattei, giornalista de L’Osservatore Romano. A ritirarlo Valentina Giacometti, vicepresidente dell’organizzazione polisportiva ufficiale dello Stato della Città del Vaticano, a colloquio con la giornalista Marianna Balfour. “L’originalità è che si tratta di una associazione sportiva a tutti gli effetti, nata da poco più di 5 anni”, ha esordito la vicepresidente. “Papa Francesco ha voluto in questo modo rilanciare, ancora una volta, i valori fondanti della fraternità, dell’uguaglianza e della pace. Noi tutti – ha spiegato – facciamo un altro lavoro nella vita, ma dedichiamo parte del nostro tempo per questo progetto. Ciclismo, padel, stiamo aprendo proprio ora alla scherma. In tutti i campi da gioco, le piste e i palazzetti proviamo a portare i valori dello sport”. Rispondendo ad una domanda sulla particolarità di Athletica Vaticana, Giacometti ha ricordato che “si incontrano sempre i più fragili, le persone con disabilità, ad ogni nostra partecipazione – saremo prossimamente ai Mondiali di ciclismo – uniamo ogni volta iniziative nelle periferie dei luoghi dove si organizza quell’evento sportivo”. Quindi l’invito a leggere il libro “Giochi di Pace, edito dalla Lev, con prefazione del Papa.” Marianna Balfour ha sottolineato come questa iniziativa confermi “il ruolo di assoluto protagonista del Papa nel promuovere l’inclusione sociale, la ricerca della pace, la fraternità universale”.
Tutti i premiati
Nico Piro, giornalista e scrittore, nel ritirare il premio ha ricordato come “i giornalisti devono stare da una sola parte: quella delle vittime. Non possiamo dimenticare che la guerra fa guadagnare pochissimi e crea danni alla quasi totalità delle persone coinvolte”. Particolarmente significativo il Premio Caravella conferito a Pino Maniaci, direttore di Telejato, in primissima linea nella lotta alle mafie. “Servono giornalisti bulldog, al giornalismo spetta il compito di sorvegliare, denunciare. Vedo però tanti chihuahua”, ha detto tra gli applausi delle centinaia dei presenti in platea. Ancora Giovanni Porzio, giornalista e scrittore, che ha denunciato gli orrori che accadono, ormai da quasi un anno, a Gaza. Premiate poi Stefania Maurizi del Fatto Quotidiano e Rosalba Castelletti di Repubblica, corrispondente da Mosca). Tra i conferimenti quello a Danilo Procaccianti di Report e all’ex generale del Ros dei Carabinieri, Pasquale Angelosanto, che ha raccontato l’arresto di Messina Denaro. Premiato Paolo Corsini, direttore approfondimento Rai. Infine Kristinn Hrafnsson, direttore di WikiLeaks, ha ritirato il premio per Julian Assange. Tra le premiate anche le giornaliste Francesca Fialdini e Agnese Pini che non sono potute essere presenti alla serata finale.
Otranto faro di speranza
Conclusa la 16.ma edizione si guarda già a quella del 2025 del Festival Giornalisti del Mediterraneo: come deve rispondere questa professione alle grandi sfide, comprese quelle tecnologiche? Il Festival dedicherà un approfondimento speciale il prossimo anno con la “Settimana della Comunicazione sociale” in collaborazione con la Scuola di Assisi dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi). Nell’ambito della 17.ma edizione, dunque, il Festival Giornalisti del Mediterraneo intende puntare l’attenzione sui temi sociali, ma anche sull’approccio etico alla professione, in linea con la visione della Scuola di Assisi, appuntamento formativo annuale organizzato dall’UCSI e dedicato ai suoi giovani iscritti o simpatizzanti. “Il Festival ci sembra la piattaforma ideale per rilanciare i temi che impattano fortemente con la professione giornalistica che ha il compito di entrare nelle pieghe della società, raccontandone disagi, conflitti e prospettive. Ma oggi più che mai ha anche il dovere di misurarsi con un’innovazione tecnologica velocissima, che ha rivoluzionato e sta rivoluzionando le modalità stesse con cui ci si approccia al lavoro giornalistico”, ha commentato l’organizzatore Tommaso Forte.