Fernández: ogni persona ha dignità. Depenalizzare i reati contro l’omosessualità

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Il prefetto della Dottrina della Fede presenta in Sala Stampa vaticana il documento “Dignitas infinita”, insieme al segretario del Dicastero monsignor Matteo e la professoressa Scarcella. Un documento “fondamentale” per ricordare che “ognuno ha la sua inalienabile dignità”. “Il Papa non parlerà mai ex cathedra, non creerà mai un dogma di fede o una dichiarazione definitiva”, ha detto. Su Fiducia Supplicans: “Il Papa ha allargato il concetto di benedizione. Circa 7 miliardi di visualizzazioni”

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Si doveva chiamare Al di là di ogni circostanza per rimarcare il fatto che ogni uomo, donna, bambino o bambina, su questa terra, in qualunque contesto – che sia nato in Italia o in Etiopia, in Israele o a Gaza, fuori o dentro un confine, in conflitto o in pace – e in qualsiasi cultura o condizione di vita, ha “la stessa, immensa, inalienabile dignità” che nessuna guerra, subordinazione o legge contraria agli stessi diritti umani – come le leggi di certi Paesi che condannano il reato di omosessualità – può togliere o scalfire.  Si è scelto invece il titolo di Dignitas infinita per il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede pubblicato oggi, 8 aprile, dopo cinque anni di lavoro, per rilanciare in maniera più diretta il messaggio sempre impattante del cristianesimo: “Dio ama ciascuno… con amore infinito”. Le parole, cioè, che Giovanni Paolo II disse a un gruppo di persone disabili incontrate in Germania, durante uno degli innumerevoli viaggi all’estero. A rivelare il dettaglio in una conferenza nella Sala Stampa vaticana gremita come non la si vedeva da tempo è stato il cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero, per la prima volta protagonista di un evento pubblico con i giornalisti di tutto il mondo.

Fiducia Supplicans, miliardi di visualizzazioni e consensi tra gli under 35 in Italia

Accompagnato dal segretario della Dottrina della Fede, monsignor Armando Matteo, e dalla professoressa Paola Scarcella, docente presso le Università Tor Vergata e Lumsa di Roma, il cardinale – con risposte dirette a domande altrettante dirette, piglio talvolta ironico e lasciando spazio anche ad aneddoti personali – ha rivelato retroscena e dettagli della redazione di questo testo dall’“alto valore dottrinale”, come ventiquattr’anni fa è stata la Dominus Iesus e quattro mesi fa Fiducia Supplicans, la dichiarazione sul senso pastorale delle benedizioni che ha introdotto la possibilità anche di benedire coppie “irregolari”, incluse quelle dello stesso sesso. Una questione “certamente meno centrale, meno importante” ma tuttavia “al cuore” di Jorge Mario Bergoglio che “ha voluto allargare la comprensione delle benedizioni al di fuori del contesto liturgico per sviluppare la sua ricchezza pastorale. Lui ha il diritto di farlo”, ha sottolineato Fernández, soffermandosi su Fiducia Supplicans a inizio intervento per chiarire alcune questioni relative al testo vaticano che, secondo sondaggi esterni, ha registrato “più di 7 miliardi di visualizzazioni su internet (mentre di quanti documenti non ricordiamo neppure il nome)” e ha raccolto consensi dell’oltre il 75% degli under 35 in Italia. Non una “arringa difensiva”, come suggerito da alcuni cronisti in sala, ha chiarito il porporato argentino: “La realtà è che fino a ieri non pensavo di dire nulla… ma in questi giorni dal Vaticano e da fuori mi hanno detto: non possiamo fare come se non fosse successo niente, come se stessimo scappando dalla realtà con tutto il casino che c’è stato. Per questo ho allargato il mio intervento”.

La conferenza in Sala Stampa vaticana

Depenalizzare i reati contro l’omosessualità

La questione omosessualità è stata toccata più volte nel corso della conferenza stampa, non tanto relativamente a Fiducia Supplicans bensì a Dignitas infinita che esorta ad evitare ogni “ingiusta discriminazione” o “aggressione e violenza” contro persone omosessuali, denunciando “come contrario alla dignità umana” il fatto che in alcuni Paesi ci sia chi viene arrestato, torturato, ucciso per il proprio orientamento sessuale. “Siamo a favore della depenalizzazione! Non c’è alcun dubbio”, ha esclamato Fernández. Un punto di vista già espresso da tanti vescovi e che ora il prefetto della Dottrina della Fede ha rilanciato, denunciando la violenza contemplata a livello legale in alcuni Paesi, oppure permessa “come se non succedesse niente”. “Siamo di fronte a un problema grosso” e ad “un attacco dei diritti umani”, ha affermato, dicendosi “esterrefatto” dall’aver letto commenti da parte di cattolici benedicenti le leggi contro i gay emanate dal governo militare di un tal Paese: “Quando ho letto volevo morire”.

La posizione del Catechismo

A chi faceva notare che forse bisognerebbe cambiare il Catechismo della Chiesa cattolica che reputa gli atti omosessuali “intrinsecamente disordinati” (cosa che, a parere di molti, alimenterebbe la violenza contro i gay), il capo Dicastero ha risposto che “intrinsecamente disordinati” è effettivamente “una espressione forte… Bisogna spiegarla molto, magari trovassimo un’espressione più chiara”. Con essa, però, si vuole ribadire che “la bellezza dell’incontro tra uomo e donna che possono stare insieme e avere rapporto intimo da cui nasce nuova vita, è una cosa che non può essere comparata con un’altra. Gli atti omosessuali hanno una caratteristica che non può rispecchiare nemmeno da lontano quella bellezza”. Sulla stessa scia il cardinale ha ribadito il rifiuto della teoria del gender perché “impoverisce una visione umanistica”: “In questo contesto l’idea di matrimonio gay o eliminazione delle differenze, non sembra accettabile”.

Cambio di sesso, aborto, maternità surrogata

Il cardinale ha risposto anche ad alcune domande circa la questione del cambio di sesso, giudicata “tendenza a voler creare la realtà” che porta l’essere umano a sentirsi “onnipotente” e pensare “che con la sua intelligenza e volontà è capace di costruire tutto come se non ci fosse niente prima di lui”. La “gravità” della questione “diventa speciale” quando si parla di bambini sottoposti a trattamenti chirurgici o ormonali: la loro libertà deve essere prima “illuminata”. Quanto al tema dell’aborto, di recente approvato in Francia come diritto nella Costituzione, Fernández ha affermato che “quando un bambino sta crescendo nel ventre della madre, può essere una donna che si sta sviluppando”, quindi si tratta del “diritto di una donna contro il diritto di un’altra donna”. Per la Chiesa “il “principale diritto è quello originario: il diritto alla vita”. Mentre sulla maternità surrogata, dire che con tale pratica “il bambino diventa oggetto di un desiderio” non significa “non capire la sensibilità della persona che desidera un figlio suo”, ha spiegato il porporato; ma c’è l’invito “a trascendere questo desiderio, perché parliamo della dignità della persona che è più grande” e “a sviluppare i desideri in un’altra linea”, per esempio con l’adozione.

Riscoprire le implicazioni della immensa dignità della persona 

Ancora una volta Fernández si è fatto latore del messaggio al cuore della pastorale di Papa Francesco: l’accoglienza verso “tutti, tutti, tutti”, anche chi “la pensa diversamente sui temi di sessualità e matrimonio”. Non ci si rivolge solo a una “minoranza selezionata che accetta tutto quello che la Chiesa dice”. E tanto più il documento di oggi, incentrato su “un pilastro fondamentale dell’insegnamento cristiano”, si spera possa avere un impatto universale “perché il mondo ha bisogno di riscoprire le implicazioni della immensa dignità della persona per non perdere la strada”. Dignitas infinita, ha aggiunto ancora il porporato argentino, seppur arricchito da 113 note a pie’ di pagina che vanno da Paolo VI a Francesco, non vuole essere “un vademecum” di cose già dette ma uno strumento “per raccogliere e consolidare quanto affermato dagli ultimi Pontefici e sintetizzare le novità offerte dall’attuale Papa su una questione strutturante del pensiero cristiano classico e contemporaneo”.

Un momento della conferenza stampa

Il magistero di Francesco

A proposito del magistero di Bergoglio, il prefetto Fernández ha approfittato per chiarire una cosa: “Alcune persone che anni fa adoravano il Papa, adesso dicono che il Papa va ascoltato solo quando parla ex cathedra. ‘Se non è così, possiamo fare il nostro pensiero’. Ascoltate, il Papa non parlerà mai ex cathedra, non vorrà mai creare un dogma di fede o una dichiarazione definitiva. Sono sicuro quasi al 100%. Noi crediamo che oltre al carisma della infallibilità, il Papa ha l’assistenza spirito per guidare la Chiesa e illuminarla”. E tradiscono il giuramento di obbedienza al Santo Padre della loro ordinazione, i cardinali, vescovi e sacerdoti “che trattano il Papa come eretico, contro la tradizione della Chiesa”. E, ancora, se c’è chi pensa che Francesco stia facendo troppi passi in avanti, bisogna ricordare – ha detto il porporato – che in tanti casi della storia un Papa ha detto qualcosa di diverso rispetto al predecessore. L’esempio più recente è quello della pena di morte che Francesco ha voluto abolire dal Catechismo.

Un ricordo di Buenos Aires

Spazio, infine, nella conferenza ad un ricordo personale ai tempi di Buenos Aires quando l’allora monsignor Fernández fu nominato rettore dell’Università Cattolica: “Pensavo che tutti fossero contro di me, accaniti come se fossi in mezzo ai lupi, non perché mi odiassero ma perché avevo cambiato i loro piani. Ero in un posto in cui fastidiavo i loro scopi… In tali occasioni siamo tentati di incolpare noi stessi, punirci, scomparire. Uno di quei giorni l’arcivescovo Bergoglio mi disse con fermezza: ‘No, Tucho, alza la testa e non lasciare che ti tolgano la dignità. Perché la tua dignità non te la possono togliere’”. Ecco, ha concluso il cardinale, “vorrei che questo messaggio fosse per ciascuno di voi”.