Famiglia, palestra di fraternità

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In questo tempo di pandemia, “viviamo come delle famiglie che cercano di indirizzare lo sguardo su ciò che conta”. Lo ha sottolineato mons. Stefano Russo, Segretario generale della CEI, intervenendo al Convegno nazionale online degli incaricati di Pastorale familiare. “Abbiamo capito – ha detto – come la famiglia sia una piccola Chiesa”.
“Se siamo davanti a un cambiamento, allora c’è la possibilità di ripensare insieme la proposta dell’annuncio di catechesi, di accompagnare la crescita e l’esperienza di fede che chiede di essere maturata”, ha osservato mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale, che ha fatto riferimento al documento “Ripartiamo insieme”, “frutto di una condivisione ampia” con altri uffici della Cei, l’Azione Cattolica e l’Agesci. Si tratta di “un testo che ci lascia quattro parole chiave: comunità, ascolto, narrazione e creatività”, ha spiegato mons. Bulgarelli per il quale è possibile “aprire un cammino interessante nei prossimi mesi” perché “nulla sarà come prima”.
“È bastato un virus per farci rompere la bolla di sapone e capire che siamo tutti nella stessa barca. Non è scontato che usciremo migliori, di sicuro cambieremo”, ha affermato il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, che ha preso parte – nell’ambito della prima sessione – alla tavola rotonda in cui si sono approfonditi i passaggi dell’enciclica di Papa Francesco ‘Fratelli tutti’ dedicati alla famiglia. “Passata la pandemia c’è il rischio di ricominciare a essere come prima. Per capire chi sono devo donarmi. Tutta l’enciclica si fonda su questa visione”, ha rilevato il card. Zuppi ricordando che “se la relazione della famiglia si apre agli altri è veramente sana e autentica”.
Occorre fare attenzione “alla trappola del populismo” e “tornare alla centralità della famiglia che è la palestra dove si sperimenta la dimensione fraterna”, ha evidenziato padre Francesco Occhetta, docente alla Pontificia Università Gregoriana e consulente nazionale Ucsi, per il quale è fondamentale “tenere le porte aperte sia delle famiglie sia delle Chiese”. “La prossimità – ha concluso – si riprende nel bisogno, nella ricostruzione della verità e nella proposta di una dimensione. Le famiglie che tengono la porta aperta ci riempiono di vita”.