Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Le autorità etiopi e ai loro alleati proteggano la popolazione. È quanto chiede la portavoce dell’Alto commissariato Onu per i diritti umani, Liz Throssell, denunciando che almeno 108 civili sono stati uccisi e altri 75 feriti dall’inizio dell’anno in Etiopia, a causa di attacchi aerei effettuati dall’aviazione etiope nella regione del Tigré. “Siamo allarmati dai rapporti multipli e profondamente inquietanti – ha spiegato Liz Throssell – che continuiamo a ricevere riguardo a vittime civili”.
Onu: a un passo dal disastro umanitario
A causa degli intensi combattimenti che hanno bloccato il passaggio di carburante e di cibo rischiano di essere interrotte le operazioni umanitarie dell’agenzia delle Nazioni Unite “World Food Programme”. In seguito all’escalation del conflitto nel nord Etiopia, nessun convoglio ha raggiunto dalla metà di dicembre la città di Macallè. “Ci troviamo ora nella condizione di dover scegliere chi rimarrà senza cibo e questo per sfamare chi è in condizioni peggiori e potrebbe morire per la fame”, ha detto Michael Dunford, direttore Regionale del World Food Programme per l’Africa orientale. “Abbiamo bisogno – ha aggiunto – di garanzie immediate da tutte le parti coinvolte nel conflitto per corridoi umanitari sicuri. Siamo a un passo dal disastro umanitario”.
Attacchi sempre più frequenti
Diverse agenzie umanitarie, che operano con difficoltà nel nord dell’Etiopia, hanno annunciato di voler sospendere le loro attività perché gli attacchi sono sempre più frequenti. A più di un anno dall’inizio del conflitto si stima che almeno 9,4 milioni di persone abbiano bisogno di assistenza umanitaria. Dal mese prossimo il’World Food Programme potrebbe esaurire i rifornimenti alimentari per milioni di persone in tutto il Paese a causa di una mancanza, senza precedenti, di finanziamenti.