L’Unicef lancia l’allarme riguardo all’aumento dei sequestri nell’isola. Da gennaio a giugno 2023, sono 300 i casi confermati. Il 6 agosto migliaia di persone hanno marciato nella capitale Port-au-Prince per protestare contro le bande armate che imperversano nel Paese caraibico. Maria Vittoria Rava (Fondazione Rava): “A rischio anche il personale sanitario”
Marco Guerra – Città del Vaticano
Non c’è pace per Haiti sempre più stretta nella morsa dell’insicurezza e delle violenze. L’Unicef ha lanciato l’allarme riguardo all’aumento dei rapimenti di donne e bambini. Si tratta di circa 300 casi confermati nei primi sei mesi del 2023, eguagliando quasi il numero totale documentato per l’intero anno precedente e quasi tre volte di più rispetto al 2021.
Donne e bambini presi da gruppi armati
Secondo quanto riferisce l’Agenzia Onu per l’infanzia, in molti casi i bambini e le donne sono presi con la forza da gruppi armati e utilizzati per ottenere vantaggi finanziari o tattici. Le vittime che riescono a tornare a casa devono fare i conti con profonde cicatrici fisiche e psicologiche, che possono durare molti anni. Oltre ai bambini e alle donne che vengono prelevati in strada ed esposti a trauma e stress profondi, le notizie riportate dall’Unicef indicano che “i sistemi sanitari locali sono sull’orlo del collasso e le scuole sono sotto attacco”. In pratica, l’aumento della violenza, i saccheggi, i blocchi stradali e la presenza pervasiva di gruppi armati ostacolano gravemente gli sforzi umanitari, rendendo difficile la distribuzione degli aiuti tanto necessari alle comunità colpite. Con il passare dei mesi, si aggiunge un crescente strato di paura e complessità a un ambiente già difficile per coloro che forniscono aiuti salvavita. Le Nazioni Unite descrivono una situazione generale catastrofica. Ad oggi, si stima inoltre che circa 5,2 milioni di persone, quasi la metà dell’intera popolazione del Paese caraibico, abbiano bisogno di assistenza umanitaria, tra cui quasi 3 milioni di bambini.
L’Unicef: a rischio anche gli operatori umanitari
“Le storie che stiamo ascoltando dai colleghi e dai partner sul campo dell’Unicef sono scioccanti e inaccettabili”, ha dichiarato in una nota Gary Conille, direttore regionale Unicef per l’America Latina e i Caraibi. “L’aumento dei rapimenti e dei sequestri – prosegue l’esponente Unicef – è estremamente preoccupante, minaccia sia la popolazione di Haiti sia coloro che sono lì ad aiutarla”. “Ho visto la straordinaria resilienza dei bambini, delle donne e delle famiglie di Haiti, che affrontano sfide apparentemente insormontabili, rifiutandosi di arrendersi”, aggiunge Conille, “tuttavia, il loro coraggio si scontra con un terrore crescente e impensabile. Tutto questo deve finire ora”. Alla luce di questa situazione l’Unicef chiede urgentemente il rilascio immediato e il ritorno in sicurezza di tutti coloro che sono stati rapiti ad Haiti.
Onu riflette su intervento internazionale
Il deterioramento delle condizioni di sicurezza è stato anche oggetto di proteste di piazza avvenute lunedì 6 agosto nella capitale haitiana di Port-au-Prince, dove migliaia di persone hanno sfilato per chiedere protezione contro le bande armate che imperversano incontrastate. La violenza delle bande ha peggiorato la povertà e il Paese è in attesa di una decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su un potenziale dispiegamento di una forza armata internazionale. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati afferma che circa 73.500 persone sono fuggite da Haiti lo scorso anno a causa della crescente violenza delle bande e della povertà.
Vittoria Rava (Fondazione Rava): la violenza si è acutizzata
“Le violenze si stanno acuizzando ad un livello direttamente proporzionale alla situazione di povertà, di abbandono e di anarchia in cui versa il Paese, sappiamo che ci sono stati persino rapimenti di cadaveri, la vita ormai ha un valore molto basso ad Haiti”, racconta a Vatican News Maria Vittoria Rava, presidente della Fondazione Rava, realtà che gestisce l’ospedale pediatrico Saint Damian a Port-au-Prince, nel quale sono curati ogni anno circa 80 mila bambini haitiani. Rava sottolinea che la violenza è indiscriminata contro tutti ma i problemi principali restano la malnutrizione, il colera e la grave assenza di cure sanitare.
Infermieri e medici rischiano la vita
Parla anche dei rischi che corre il personale sanitario dell’Ospedale Saint Damian: “Alcuni dei nostri medici e infermieri si sono dovuti allontanare per proteggere le loro famiglie, per loro è difficile anche fare il tragitto da casa al lavoro, molti sono stati alloggiati nell’ospedale per non rischiare la vita”. La presidente della Fondazione auspica, infine, un maggiore impegno umanitario da parte della comunità internazionale e anche un intervento internazionale sul fronte della sicurezza per ripristinare le condizioni di vita di base.