Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Israele e palestinesi hanno dato vita, nelle ultime ore, alla più grande escalation armata dopo gli scontri di 11 giorni risalenti al maggio 2021. I raid israeliani, effettuati per la seconda volta questa settimana e nuovamente a seguito di un attacco missilistico, si sono concentrati nel centro della Striscia. Tutto questo avviene dopo i violenti scontri tra palestinesi e polizia israeliana avvenuti la scorsa settimana alla Spianata delle Moschee, a Gerusalemme, che hanno provocato decine di feriti e hanno fatto temere l’inizio di un nuovo conflitto, anche perché successivi a una serie di attentati terroristici registrati lo scorso mese. Non a caso in queste ore la polizia israeliana a Gerusalemme ha impedito ai manifestanti ebrei ultranazionalisti di avvicinarsi al quartiere musulmano della Città Vecchia per evitare nuove tensioni.
La preoccupazione delle Nazioni Unite
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres si è detto “profondamente preoccupato per il deterioramento della situazione a Gerusalemme”, ed è in contatto con le parti per spingerle “a fare tutto il possibile per abbassare le tensioni, evitare azioni incendiarie e retorica”. Ieri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito per discutere delle violenze scoppiate la scorsa fine settimana. L’incontro è stato chiesto da Cina, Francia, Emirati, Norvegia e Irlanda, e si è svolto a porte chiuse.
Lo scambio di accuse
L’ala armata del movimento islamista Hamas, che governa Gaza, ha lanciato in risposta diversi razzi terra-aria contro gli aerei israeliani, hanno detto i funzionari di Hamas e per risposta i jet israeliani hanno colpito a sud della città di Gaza. Tzahal, le forze armate israeliane, hanno risposto effettuando bombardamenti mirati, ieri notte, nella stessa area da cui erano partiti i razzi. A renderlo noto, testimoni e fonti di sicurezza. I raid israeliani, per la seconda volta questa settimana, si sono concentrati in particolare nel centro della Striscia ed hanno colpito anche una fabbrica di armi. La tensione resta alta in occasione della Pasqua ebraica, in coincidenza con il mese sacro musulmano del Ramadan.
La minaccia iraniana
Intanto il presidente iraniano Raisi ad inizio settimana ha minacciato le autorità israeliane. “Dovreste sapere che il vostro minimo movimento non passa inosservato alle forze armate iraniane e, in caso di qualsiasi mossa, il potere delle nostre forze prenderà di mira il centro del vostro regime”, ha detto secondo quanto riportato dall’agenzia Irna. Raisi ha condannato i recenti attacchi missilistici israeliani alle postazioni militari siriane vicino a Damasco, commentando che le “forze iraniane controllano qualsiasi movimento delle forze israeliane e risponderanno”.