di Juan Ignacio Arrieta*
La Chiesa ha un nuovo sistema penale in vigore dall’8 dicembre 2021. È una riforma radicale, contenuta nel nuovo Libro vi del Codice di Diritto canonico. È stata promulgata da Papa Francesco con la costituzione apostolica intitolata Pascite gregem Dei del 1° giugno scorso, in sostituzione della normativa emanata nel 1983.
Il vecchio assetto penale si è rivelato, purtroppo, del tutto inadeguato alle esigenze della comunità cristiana e persino a danno del popolo di Dio. La sua impostazione ha suscitato dubbi e incertezze in chi doveva applicarlo. Perciò fu scarsamente utilizzato anche di fronte alla necessità e all’urgenza di arginare e reprimere delitti gravi, contrariamente a quanto ha saputo fare la Chiesa fin dai tempi apostolici definendo, nel corso dei secoli, una disciplina penale propria, intonata alla sua struttura originale e alle sue finalità spirituali.
Dopo dodici anni di lavoro, affidato al Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, e di consultazioni a tutti i livelli, il nuovo assetto penale canonico è ora realtà. La normativa riformata fornisce indicazioni precise su come e quando utilizzare le sanzioni canoniche, secondo prudenza ed equità; segnala le piste che l’autorità deve seguire in materia; offre dei parametri perché essa sappia valutare le circostanze sociali e le condotte personali delittuose, ora meglio definite, al fine di ristabilire la giustizia, emendare i colpevoli e riparare agli scandali.
La redazione del nuovo testo legislativo ha beneficiato della competenza di un gruppo ristretto di periti, tra i quali monsignor Bruno Fabio Pighin, professore ordinario della materia nella facoltà di Diritto canonico San Pio x di Venezia. Egli ha dato il suo prezioso contributo non solo nella revisione del sistema penale della Chiesa, poiché ora ci offre pure il primo manuale a commento di esso, un volume di 664 pagine, edito da Marcianum Press, che ho l’onore e il piacere di presentare.
Tre sono le caratteristiche principali della corposa pubblicazione: la sua novità, l’autorevolezza dell’autore e il carattere di primizia assoluta del volume.
Infatti, come si evince dal suo titolo Il nuovo diritto penale della Chiesa, si tratta di un’opera veramente “nuova”. L’autore ha prodotto un testo che rappresenta un’originalità assolutamente inedita. Egli illustra la disciplina penale riformata che porta con sé una prospettiva radicalmente diversa dal precedente assetto sanzionatorio. Esamina tutte le fattispecie delittuose, ora aumentate e ridefinite, le quali interessano tutti i membri del popolo di Dio. Giustifica le misure penali, rese più stringenti, sulla base dei progressi giuridici e delle nuove esigenze ecclesiali.
La seconda pregevole caratteristica del volume riguarda l’autore. Egli è stato uno dei pochi che — avente alle spalle una concezione globale del sistema penale canonico, insegnato all’università e cristallizzato in testi di generale accettazione tra gli autori — ha potuto seguire direttamente i lavori della riforma. Infatti, il professor Pighin ha partecipato in modo attivo in diversi momenti della redazione dei nuovi canoni. Pertanto, egli è in grado di declinare in maniera autorevole le riflessioni sviluppate in questi anni di revisione del Libro vi e di valutare le motivazioni che hanno condotto alle singole scelte normative.
Infine, c’è un terzo elemento da rilevare: il carattere di primizia del testo. Infatti, dal punto di vista bibliografico, il suo volume costituisce la prima sistematizzazione scientifica della materia penale canonica in vigore dall’8 dicembre 2021. Ciò è frutto della competenza del professor Pighin e della sua capacità di lavoro, ma è anche segno della sua singolare audacia nel compiere per primo la strada di una presentazione dottrinale del nuovo sistema penale, sulla quale potranno poi camminare altri che necessariamente dovranno confrontarsi con quanto da lui realizzato in modo originale.
Chi è familiare con i suoi scritti conosce bene tanti altri pregi delle sue pubblicazioni: dalle qualità didattiche del professor Pighin per l’insegnamento universitario, al suo permanente aggiornamento sulle problematiche esposte, sulla bibliografia e sui riferimenti normativi. Egli, inoltre, sa dimostrare un accentuato senso pratico che è tanto necessario in questo campo sia per l’operatore del diritto sia per tanti altri interessati alla problematica. Al professor Bruno Fabio Pighin va anche il mio ringraziamento per il generoso e intelligente lavoro svolto nel produrre un testo che sicuramente servirà a molti per la buona applicazione della disciplina penale della Chiesa.
Vescovo segretario del Pontificio Consiglio per i testi legislativi