Adriana Masotti – Città del Vaticano
Si intitola “Emozioni per generare il cambiamento” ed è dedicata all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ la mostra fotografica che si apre in piazza San Pietro domenica 31 ottobre fino all’8 novembre, in contemporanea con il summit della Cop26 di Glasgow. L’esposizione è realizzata dalla registra e scrittrice Lia Beltrami e dal fotografo Asaf Ud Daula, si svolge in occasione dell’Anno Speciale Laudato si’ e del lancio della Piattaforma di Azioni Laudato si’.
40 le fotografie esposte
Quaranta le fotografie che in totale compongono la mostra – visitabile sotto il colonnato di sinistra della Basilica – ma qui ne verranno esposte 26, montate su appositi pannelli lignei, il cui materiale è stato ricavato dagli alberi abbattuti dalla Tempesta di Vaia, che nel 2018 ha colpito l’area montana delle Dolomiti e delle Prealpi Venete. Successivamente, in un formato più piccolo, tutti i quaranta scatti formeranno la versione itinerante della mostra, pronta a girare il mondo. A completare il percorso espositivo anche un video con le parole di Papa Francesco dedicate al cammino di conversione verso l’ecologia integrale e la fratellanza universale, evocate nelle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti.
Turkson: l’arte apre a mondi di visione diversa
L’iniziativa è realizzata con la collaborazione di: arcidiocesi di Trento, Provincia Autonoma di Trento, Lions International, Montura, KPMG, Radè, Movinroots, Kyotohaus, Aurora Vision, Sulle Strade del Mondo e riceve il patrocinio del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. “L’arte – spiega il cardinale prefetto Peter K.A. Turkson – ci apre a mondi di visione diversa. L’interpretazione data dai creatori di questa mostra, un giovane fotografo musulmano proveniente dal Bangladesh e una regista cattolica, non solo ci mostra che ‘la natura è piena di parole d’amore’ (Laudato si’, 225), ma che possiamo entrare in dialogo con il Creato, la nostra casa comune, e con i nostri fratelli e sorelle per mostrare la profonda arte dei nostri ecosistemi”.
Beltrami: la speranza di un cambiamento
“La mia esperienza e quella di Asaf – ha affermato Lia Beltrami – sono state scosse dal messaggio sia della Laudato si’ che della Fratelli tutti, e da quelle siamo partiti per comunicare, attraverso le foto, ma anche attraverso le nostre vite, che un cammino comune di tutela del creato e delle persone che ci vivono, è veramente possibile”. Al microfono di Vatican News, la curatrice della mostra descrive che cosa rappresentano le immagine esposte:
Il progetto “Emozioni per generare il cambiamento” nasce dalla lettura dell’enciclica Laudato si’ – insieme col Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Integrale l’abbiamo meditata, ci abbiamo lavorato – e dal mio viaggio in Bangladesh nel gennaio 2020, e insieme ad un giovane fotografo è nata l’idea di tradurre un po’ in immagini l’enciclica. Quindi le foto rappresentano, dal punto di vista artistico, un riassunto della Laudato si’. In particolare, i soggetti delle immagini sono scatti del Creato interpretati con l’uomo, la donna, i bambini al centro, legati a delle frasi poste sotto, scelte dal Dicastero e tratte dalla Laudato si’, che raccontano l’enciclica.
Parlando della mostra, lei ha detto che la cosa importante è che l’arte generi un cambiamento nelle persone, anche se piccolo. L’arte ha questa possibilità?
L’arte può suscitare un’emozione che può diventare anche una piccola scelta di vita. C’è uno scatto della mostra in particolare, quella di un bambino in mezzo ai fiori di loto, dove si vede che lui ha i piedi nel fango e poi si nota la forza e la potenza di questi fiori. Quello scatto, personalmente, mi ha aiutato a capire come uscire da alcune situazioni difficili. Un altro scatto di una bimba sotto una foglia durante la pioggia è quello che ha vinto l’anno scorso il premio come miglior fotografia green del mondo. Quell’immagine può generare un cambiamento, perché una persona, invece che vivere solo da un punto di vista pessimistico gli eventi negativi, può trovare la forza di gioire anche sotto la pioggia. Riguardo al creato la nostra esposizione vuol essere arte generativa, perchè guardando le foto senz’altro abbiamo davanti agli occhi i drammi di questo momento dal punto di vista ambientale, però forse possiamo recuperare anche la fiducia nell’essere umano, e di riflesso in Dio – perché alla fine della visione uno dovrebbe aver sperimentato che tutto è carezza di Dio -, e quindi da lì fare un piccolo cambiamento nel proprio stile di vita, nel rapporto con i fratelli e con la società.
Il fotografo Asaf Ud Daula è del Bangladesh ed è musulmano. Com’è stata la collaborazione con lui? Immagino anche due sensibilità, oltre che due culture molto diverse…
La mostra l’abbiamo lavorata proprio insieme, l’abbiamo smontata, abbiamo cercato di capire insieme tutte le sfumature e lui l’ha arricchita con uno sguardo che per me è interessante perché il Bangladesh è uno dei Paesi al mondo che più soffre per i cambiamenti climatici e per i problemi economici e invece che vedere questa realtà sempre con uno sguardo occidentale, scoprire come un giovane artista del Bangladesh vede la sua terra è un elemento di grande forza, e chi verrà a vedere la mostra si renderà conto subito di che cosa vuol dire questi occhi che ti penetrano e che risvegliano in te qualcosa. Dal punto di vista interreligioso, la collaborazione tra noi è stata molto importante perché, ancora una volta, abbiamo visto come lavorare insieme tra persone di religioni diverse – pregando insieme, vivendo anche questo percorso ognuno nella propria dimensione religiosa -, abbiamo potuto riempire quegli spazi interiori che magari sarebbero rimasti non detti o non espressi. Quindi, costruire insieme un confronto ci ha fatto andare a fondo di ogni singolo scatto e tirare fuori per me quello che è legato al Vangelo o alla Laudato si’, e per lui quello che è legato al Corano o ai mistici della tradizione islamica.
Questa è una mostra per il momento visitabile sotto il colonnato di San Pietro, ma che poi girerà il mondo…
L’obiettivo della mostra “Emozioni per generare il cambiamento” è quello di girare un po’ in tutti gli eventi che saranno organizzati nel mondo sotto il nome della Laudato si’, e verrà portata quindi dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Integrale come mostra Laudato si’ nelle Università e negli altri spazi, rispondendo a tutti quelli che, per i prossimi 4-5 anni, ne faranno richiesta.