Emergenza Covid e Paesi poveri: gli aiuti CEI

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Sono 541 i progetti finanziati in 65 Paesi del mondo per un totale di circa 9 milioni di euro grazie allo stanziamento di 6 milioni di euro disposto dalla Presidenza della CEI il 3 aprile scorso, al quale sono stati aggiunti altri 3 milioni di euro il 13 maggio, per l’emergenza coronavirus in Africa e in altri Paesi poveri. Nel dettaglio, sono 381 le iniziative in ambito sanitario per una somma di 7.486.900 euro e 160 quelle nel settore formativo per 1.502.328 euro.

Il contributo, proveniente dai fondi dell’otto per mille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, ha rappresentato un segno di solidarietà, un tentativo di dare risposta alle numerose richieste di aiuto che sono giunte nel corso degli ultimi mesi dai Paesi africani e da molti altri contesti di povertà sparsi in varie parti del mondo, aggravati dagli effetti della pandemia. A guidare l’azione sono state le parole pronunciate da Papa Francesco, il 27 marzo scorso in Piazza San Pietro: “Anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme… Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù: ‘che tutti siano una cosa sola’” (Papa Francesco, Benedizione Urbi et Orbi, 27 Marzo 2020).

Il Servizio per gli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo e la Caritas Italiana hanno individuato una strategia d’azione secondo due linee guida prioritarie. Innanzitutto, dotare le strutture sanitarie dei Paesi più poveri di dispositivi di protezione per il personale, indispensabili per la gestione dell’emergenza, e di strumenti terapeutici basilari per affrontare la pandemia. In seconda battuta, sostenere le realtà locali nelle iniziative di sensibilizzazione della popolazione su comportamenti atti a non favorire il contagio, oltre a formare e preparare dal punto di vista tecnico il personale sanitario così da prevenire il diffondersi della pandemia.

Dopo le manifestazioni d’interesse giunte tra il 14 e il 30 aprile, si è proceduto a selezionare le numerose richieste secondo criteri specifici per i progetti in ambito sanitario e formativo. Per i primi si è data priorità a quelli con il maggior numero di persone servite, di posti letto disponibili, dotati di personale adeguato, già operativi e con ricoveri per Covid in corso. Nella scelta, si è tenuto conto dell’incidenza del contagio a livello nazionale, della maggiore capacità tecnica delle realtà richiedenti, sempre però con un’attenzione ai Paesi più poveri. Si è data inoltre priorità alle aree più remote e agli slum urbani, dove la situazione risulta particolarmente critica. Sono state privilegiate soprattutto le strutture più prossime alla popolazione, già facenti parte della rete delle realtà note e sostenute nel passato, dimostratesi efficaci ed efficienti.

Per quanto riguarda i progetti formativi, si sono privilegiati quelli con un più ampio numero di beneficiari, un più largo raggio d’azione, promossi su scala nazionale, con un impatto su tutta la popolazione, più completi e chiari nei fini e nelle azioni, con un’attenzione specifica per i più vulnerabili, incluse le persone disabili, capaci di raggiungere anche le minoranze (con barriere linguistiche o culturali), mantenendo sempre una priorità per le periferie dei Paesi più poveri. Si sono finanziate iniziative basate su un creativo utilizzo dei social media e della telefonia mobile per veicolare messaggi educativi realizzati ad hoc (SMS educativi, video, gruppi di discussione virtuale, campagne di sensibilizzazione, ecc.); stampa di poster, volantini illustrati, manifesti, banner da esporre in luoghi pubblici, negli ospedali o nei Centri di salute; corsi formativi rivolti al personale sanitario per prepararlo tecnicamente ad affrontare l’emergenza; trasmissioni radio per sensibilizzare la popolazione sui comportamenti per evitare il contagio.

Tutti i progetti prevedono un coordinamento con le Istituzioni pubbliche locali, nazionali, regionali e internazionali, con le autorità preposte, con altre realtà attive sul territorio negli stessi ambiti d’azione, allo scopo di favorire ogni sinergia, sia secondo le prassi ordinarie sia secondo quelle straordinarie richieste dalla situazione di emergenza.

Le somme finanziate sono state di 15.000 euro per i progetti presentati dagli ospedali e dalle cliniche fino a 100 posti letto e di 30.000 euro per quelli oltre i 100; per i progetti formativi la cifra massima erogata per ciascuno è stata di 10.000 euro

Considerata la gravità e l’urgenza della situazione, le iniziative dovranno essere realizzate localmente entro tre mesi dall’erogazione del contributo.

Il totale generale finanziato dalla CEI ammonta a 8.989.228 euro. Nelle tabelle allegate la ripartizione per continenti/regioni e per specifici Paesi.