Anna Poce- Città del Vaticano
In un comunicato dal titolo “Una famiglia unita”, diffuso il 2 febbraio, in vista delle elezioni che di domenica 6 febbraio in tutto il Paese, i vescovi della Costa Rica sono tornati ad esprimersi sull’importanza dell’appuntamento elettorale nazionale e sulla situazione del paese. Forte il richiamo agli insegnamenti del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, in particolare che “il bene comune interessa la vita di tutti. Esige la prudenza da parte di ciascuno e più ancora da parte di coloro che esercitano l’ufficio dell’autorità”, sottolineando la necessità di comprenderne il messaggio. Da qui l’esortazione ai cittadini a “lavorare per il bene comune, a unirsi come una sola famiglia”.
Lavorare per il benessere e lo sviluppo integrale
I presuli hanno chiamato 3,5 milioni di cittadini, a votare per il Presidente, due Vicepresidenti e 57 deputati del Congresso che resteranno in carica per un quadriennio, e a custodire il sacro diritto di suffragio, invitando tutti, anche gli eletti, dopo il processo di voto, a impegnarsi per il bene del Paese. I vescovi confidano nel rafforzamento della democrazia, basata sui principi che 200 anni fa hanno portato all’indipendenza, e che “il sistema su cui sono state poste le fondamenta della Costa Rica e che è fonte di orgoglio nel mondo, per i suoi solidi valori, continuerà a maturare”.
La famiglia al centro
Ribadendo poi che la famiglia è la cellula fondamentale della società, i presuli hanno chiesto di concentrarsi su di essa, affinché il benessere e lo sviluppo integrale della nazione non eslcuda nessuno. Hanno quindi ricordato, come si legge nel Catechismo (n. 1908), che “lo sviluppo è la sintesi di tutti i doveri sociali, certo, spetta all’autorità farsi arbitra, in nome del bene comune, fra i diversi interessi particolari. Essa però deve rendere accessibile a ciascuno ciò di cui ha bisogno per condurre una vita veramente umana: vitto, vestito, salute, lavoro, educazione e cultura, informazione conveniente, diritto a fondare una famiglia.” “Mettiamo il destino del nostro Paese nelle mani di Dio – hanno concluso i vescovi – e con l’intercessione materna della Vergine degli Angeli, patrona della Costa Rica, confidiamo in un futuro migliore per tutti noi che viviamo in questa nazione”.
Modalità del voto per la presidenza
Le elezioni di domenica 6 febbraio sono le prime del 2022 dell’America Latina. La rielezione alla Presidenza è consentita nel Paese ma non per mandati consecutivi dunque resta indietro il leader in carica, Carlos Alvarado Quesada del Partito Azione Cittadino (PAC). Finora i due partiti tradizionali di centro-destra e centro-sinistra che hanno a lungo dominato la politica costaricana sono in testa ai sondaggi. 25 i candidati in corsa per l’incarico più alto, ma se nessuno otterrà più del 40% dei voti, necessari per la vittoria, ci sarà un ballottaggio, tra le due liste più votate, previsto per il 3 aprile.
Un record di 25 candidati – in aumento rispetto ai 14 del 2018 – sono in lizza per il lavoro di vertice nel paese centroamericano dove il presidente in carica Carlos Alvarado non può correre per un secondo mandato quadriennale consecutivo.
Dei contendenti, solo sette ottengono più del 2% delle intenzioni di voto, secondo i sondaggi. Se nessuno dei candidati ottiene il 40% dei voti domenica, un secondo turno si terrà il 3 aprile.
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