Andrea De Angelis – Città del Vaticano
Almeno 41 persone sono morte e ancora di più sono sono rimaste ferite in un incendio scoppiato questa domenica nella chiesa copta di Abu Seifein, a Giza, alla periferia del Cairo. Ad annunciarlo in una dichiarazione è Chiesa copta ortodossa, che cita fonti del Ministero della Salute egiziano.
L’ accaduto
Secondo le prime notizie fornite dai media locali, tra cui l’agenzia Mena, l’incendio è avvenuto durante una funzione religiosa che aveva raccolto centinaia di fedeli. A causarlo sarebbe stato un guasto al quadro elettrico. Le fiamme e il fumo hanno provocato il panico, dando luogo ad una fuga precipitosa e ad una calca, secondo quanto comunicato da fonti del ministero dell’Interno al quotidiano egiziano Al Ahram. La maggior parte delle vittime potrebbero allora essere state causate proprio dalla calca.
La situazione attuale
L’incendio sarebbe stato poi riportato sotto controllo, ma in questo momento i vigili del fuoco stanno effettuando operazioni di raffreddamento che impediscono l’accesso alla chiesa, motivo per il quale si teme che il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, quando l’ingresso nel luogo di culto sarà di nuovo possibile. Il ministro della Salute, Khaled Abdel Ghaffar, ha ordinato di fornire tutti i servizi sanitari e le cure ai feriti nell’incendio. Secondo il portavoce del ministero, i feriti sono almeno 55 e sono stati trasportati negli ospedali di Imbaba e di Al Agouza. Lo stato di allerta è stato dichiarato negli ospedali del Cairo e di Giza.
Aperta un’inchiesta
Il procuratore generale egiziano, Hamada Al-Sawi, ha ordinato la formazione di una grande squadra di ispettori per indagare sull’incendio nella chiesa copta al Cairo, secondo quanto riporta sempre l’agenzia di stampa egiziana Mena. Gli inquirenti si sono immediatamente recati sul luogo dell’incidente e hanno avviato l’inchiesta, secondo un comunicato stampa della procura generale, nella quale i magistrati asssicurano che quanto prima saranno resi noti gli esiti dell’indagine.