Gabriella Ceraso . Città del Vaticano
Da Río Grande del Sur a Córdoba, da Assisi, Trieste e Parma a Ciudad de Guatemala e Buenos Aires: è una marcia globale quella che Economy of Francesco (EoF) ha organizzato per le donne afghane. Il movimento globale di giovani economisti, imprenditori e changemakers, nato per volere del Papa per sollecitare a un lavoro di squadra per il bene comune e per un’economia sostenibile, inclusiva, attenta agli ultimi, non può tacere di fronte alla minaccia che avvolge le donne e, in generale, il popolo afghano. Ma perchè?
Ce lo spiega Olena Komisarenko, di Economy of Francesco: “Noi andiamo oltre le teorie della massimizzazione del profitto e affrontiamo le tematiche attuali per il mondo moderno che ci aiutano a raggiungere il bene comune, come l’ecologia integrale, il lavoro di cura, la promozione dei diritti delle donne. Le condizioni della via socioeconomica creano un clima per raggiungere la perfezione di ogni persona nella società o viceversa… L’assenza dei diritti e dei beni primari come acqua o cibo non è compatibile con la vita, anzi con la vita felice”. Dunque, sottolinea, “la partecipazione e il pieno riconoscimento delle donne è essenziale per la transizione verso un’economia incentrata sull’uomo, sostenibile ed equa”.
Olena appartiene ad uno dei Villaggi tematici di EoF – cioè le sessioni tematiche di lavoro dei partecipanti – dedicato a “Donne per l’ economia”, dove si lavora su problematiche collegate al contributo femminile in economia e alla vita socioeconomica in generale. “Non si tratta di ‘economia per le donne’ – spiega Olena- ma di ‘donne per l’economia’: ciò significa che la fioritura dei talenti delle donne è nell’interesse della società globale, nonostante le diversità antropologiche, culturali, storiche, religiose e geografiche”.
Ad una settimana circa dall’avvento dei talebani a Kabul, le notizie che arrivano dalle Nazioni Unite fanno temere il peggio. “Hanno documentato – conferma Olena – che l’avanzata dei talebani è arrivata con esecuzioni sommarie, sparizioni, restrizioni alle donne, ai media e alla vita culturale. Le donne in Afghanistan vengono respinte dai loro uffici dai talebani, alle università è stato chiesto di discutere la possibilità di segregazione di genere, le donne devono essere accompagnate da membri maschi della loro famiglia in pubblico, le perquisizioni casa per casa hanno portato a una paura diffusa”.
Le donne afghane esistono
Per questo non si può rimanere indifferenti. E allora ecco la marcia globale e simbolica cui si danno appuntamento nel mondo sabato 28 agosto. “La marcia globale – spiega ancora Olena Komisarenko – è il modo nostro di agire per esprimere il supporto e la solidarietà con le donne e bambine afghane. Manifestare per le donne afgane non significa salvare solo le donne, ma tutta la società afgana che da 20 anni stava riscoprendo la dignità di ogni persona. E noi invitiamo tutti a seguirci in questa iniziativa scendendo in piazza, proclamando che ‘Le donne afgane esistono – Together we stand’ e portando un drappo blu, come quello che le vuole nascondere.