L’applicazione, presentata in Campidoglio presso la Sala Laudato si’, consente di misurare l’impatto delle nostre azioni quotidiane e di donare ai Paesi in via di sviluppo i fondi accumulati grazie alle pratiche di risparmio energetico. Malini (Associazione Nuove Vie): il progetto è animato dalla cultura evangelica del dare
Marco Guerra – Città del Vaticano
Una App che calcola i consumi energetici e il rilascio di CO2 nell’atmosfera, che insegna piccole e grandi buone pratiche quotidiane per tutelare il creato e che permette di raccogliere fondi per i Paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. Tutto questo è promosso da EcoGive, l’applicazione disponibile su AppleStore e GooglePlay, sviluppata da Problem Solving srl e Innovation Lab srl grazie al sistema di calcolo del risparmio energetico inventato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma La Sapienza. L’iniziativa, sostenuta dal Comune di Roma e presentata in Campidoglio, si basa sull’esperienza decennale maturata da ragazze e ragazzi di scuole di ogni ordine e grado, all’interno del progetto “Eco Give – Dare per Salvaguardare” dell’Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito vicina al Movimento dei Focolari.
Misurare i propri “atti verdi”
Mediante questa applicazione che può essere scaricata su smart phone, ciascun studente può registrare i suoi “atti verdi” impegnandosi a realizzarne almeno 200 per ogni anno scolastico, suddivisi in cinque aree tematiche: energia elettrica, acqua, gas, riciclo/riuso e riduzione dello spreco alimentare. Si potrà poi seguire il conteggio dei propri atti e quelli del proprio gruppo o classe scolastica, così come l’impatto del progetto misurato in CO2, MWh e acqua risparmiati.
12 Nazioni coinvolte
Le buone pratiche possibili vanno dal riutilizzo dell’acqua di lavaggio di frutta e verdura allo spegnimento di luci non necessarie, per arrivare al riciclo di indumenti usati. Gli atti di risparmio energetico saranno anche trasformati in sostegno concreto a favore delle popolazioni dei Paesi più in difficoltà per gli eventi avversi legati al clima. Raggiunta una certa quota di risparmio energetico, il corrispettivo in euro potrà essere donato da genitori, parenti, conoscenti e sponsor. Le risorse così generate consentiranno la realizzazione di azioni solidali in Paesi in via di sviluppo scelte da ragazze e ragazzi, che impareranno in questo modo a dare per salvaguardare l’ambiente. E lo faranno in rete con migliaia di loro coetanei di 12 nazioni in Europa, America Latina, Africa e Asia. Nell’anno scolastico 2021-2022 il progetto ha già coinvolto 50 scuole e raggiunto più di diecimila studenti. Nel 2023 il suo respiro internazionale continuerà a crescere. Oltre all’Italia, partecipano già scuole di ben 11 Paesi: Burundi, Benin, Madagascar, Sudafrica, India, Kenya, Pakistan, Brasile, Colombia, Haiti e Repubblica Dominicana.
Malini (Associazione Nuove Vie): trasmettere la cultura del dare
Silvano Malini, responsabile della comunicazione del progetto e membro dell’Associazione Nuove Vie per un Mondo Unito, racconta che EcoGive nasce dall’idea di una professoressa di chimica, Elena Pace, della scuola secondaria, che voleva trasmettere “la cultura evangelica del dare” ai ragazzi e legarla all’emergenza della tutela del pianeta. Un lungo percorso partito nel 2008. “Grazie al prezioso lavoro del Dipartimento di Scienze della Terra de La Sapienza di Roma si è calcolato a quanto risparmio di emissioni di CO2 o di acqua non sprecata corrisponde ogni singola azione – spiega Malini – ad esempio, entro nell’App segno un’azione, quella di aver coperto la pentola dell’acqua che bolliva, e il sistema mi dirà quanto ho risparmiato in termini di gas e di CO2 liberata nell’atmosfera”. Quando si arriva ad un certo numero di atti virtuosi, questo corrisponde ad una cifra a livello economico, che può essere donata per sostenere uno dei progetti nei Paesi in via di sviluppo.
Innumerevoli buone pratiche
Malini ricorda poi i cinque ambiti di azione (energia elettrica, acqua, gas, riciclo/riuso e riduzione dello spreco alimentare) ed evidenzia che sono moltissime le azioni inserite nell’App, “alcune sconosciute ai più, come mettere un foglio di alluminio tra i termosifoni e la parete per diffondere meglio in calore nell’ambiente, oppure lavare l’insalata nella bacinella e utilizzare l’acqua del lavaggio per annaffiare le piante”. “Il progetto è iniziato con gli studenti che segnavano le buone pratiche su un foglio di carta – prosegue il giornalista responsabile della comunicazione – ma l’App incentiva ad essere ancora più virtuosi, perché offre subito un punteggio delle azioni svolte. Poi attraverso l’App queste pratiche intraprese dagli studenti si diffondono anche nel mondo adulto”.