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Aveva continuato a servire, finché le condizioni fisiche glielo hanno permesso, tra gli assistenti spirituali del Vicariato della Città del Vaticano, l’arcivescovo Oscar Rizzato, già elemosiniere di Sua Santità, morto in ospedale a Padova lunedì 11 gennaio, poche settimane prima del suo novantaduesimo compleanno. E proprio la diocesi veneta e la Santa Sede, in particolare la Segreteria di stato e l’Elemosineria apostolica, sono i due poli lungo i quali si è dipanato il filo del suo ministero presbiterale ed episcopale.
Nel territorio diocesano patavino, precisamente a San Giorgio delle Pertiche, era infatti nato l’8 febbraio 1929. Compiuti gli studi classici di formazione al sacerdozio nel seminario locale e ordinato presbitero il 4 luglio 1954 dal vescovo Girolamo bartolomeo Bortignon, don Oscar era stato vicerettore e insegnante nel seminario minore per il ginnasio. Dal 1957 al 1961 aveva frequentato la facoltà di Lettere e filosofia presso l’Università degli studi di Padova, conseguendo la laurea in Archeologia cristiana. Contemporaneamente aveva prestato servizio religioso e insegnato religione all’Istituto Configliachi nella città di Sant’Antonio.
Il 1° dicembre 1961, durante il pontificato di Giovanni XXIII, era stato chiamato a Roma, iniziando il servizio in Segreteria di stato come addetto d’archivio e come aiutante di studio della Segreteria delle Lettere latine. Nel 1973, sotto Paolo VI, era stato promosso minutante e nel 1976 aveva assunto anche l’incarico dell’assistenza spirituale del personale dell’Autoparco dello Stato della Città del Vaticano. Nel 1983, con Giovanni Paolo II, era divenuto capo ufficio della Segreteria di stato, per poi essere destinato all’alto incarico di assessore per gli affari generali, insieme con monsignor Crescenzio Sepe, il 9 ottobre 1987.
Due anni dopo, il 23 dicembre 1989, Papa Wojtyla aveva scelto monsignor Rizzato come suo elemosiniere – successore di Antonio Maria Travia – elevandolo alla dignità arcivescovile e assegnandogli la sede titolare di Viruno. Lo stesso Pontefice polacco gli aveva conferito l’ordinazione episcopale il successivo 6 gennaio 1990, nella basilica vaticana, co-consacranti gli arcivescovi Giovanni Battista Re e Miroslav Marusyn. Per diciassette anni aveva guidato l’ufficio della Santa Sede che ha il compito di esercitare la carità verso i poveri a nome del Sommo Pontefice. Allo scopo di favorire la raccolta di fondi a favore dei bisognosi che ogni giorno nelle loro necessità tendono la mano al Successore di Pietro, era stato Leone XIII a delegare all’elemosiniere la facoltà di concedere la Benedizione apostolica a mezzo di diplomi su carta pergamena. E poiché l’elemosiniere di Sua Santità fa parte della Famiglia pontificia e come tale prende parte alle celebrazioni liturgiche e alle udienze ufficiali del Santo Padre, il volto dell’arcivescovo Rizzato era divenuto noto soprattutto accanto a Giovanni Paolo II quando amministrava i battesimi ai neonati nel suggestivo scenario della Cappella Sistina.
Il 28 luglio 2007, Benedetto XVI aveva accolto la sua rinuncia per raggiunti limiti d’età all’incarico di elemosiniere, chiamando a succedergli il nunzio apostolico spagnolo Félix del Blanco Prieto. Monsignor Rizzato aveva comunque continuato a risiedere in Vaticano e a collaborare come assistente spirituale del Vicariato e con la parrocchia agostiniana di Sant’Anna, presiedendo celebrazioni liturgiche e amministrando i sacramenti, in particolare le cresime. E nel 2015 aveva chiesto e ottenuto l’affiliazione nell’ordine di sant’Agostino.