Chiesa Cattolica – Italiana

È morto a Palermo “Totò” Schillaci, notti d’estate a sognare con i suoi gol

Il grande calciatore di Italia ‘90 si è spento in mattinata al Civico di Palermo, da tempo era malato. La camera ardente, allestita allo stadio “Renzo Barbera”, sarà aperta oggi e domani, un minuto di silenzio è previsto sui campi di calcio. L’arcivescovo Lorefice ne ricorda l’impegno per i migranti e i giovani: “Il suo esempio ci conferma in una pastorale che aderisce alle istanze sociali del territorio”

di Giovanni Zavatta

Magiche, le notti di Italia ’90, lo furono soprattutto grazie a lui: Salvatore “Totò” Schillaci, capocannoniere di quel Campionato del mondo con sei gol ed eletto miglior calciatore del torneo (come Paolo Rossi nel 1982 in Spagna). Ci ha lasciato poche ore fa, a 59 anni, stroncato da un tumore, all’ospedale di Palermo. Austria, Cecoslovacchia, Uruguay, Irlanda, Argentina, Inghilterra (la rete che consentì all’Italia di vincere la finale per il terzo posto) le sue vittime di quelle serate d’estate indimenticabili. Gli occhi, spiritati, a bucarci la tv, le braccia tese, sollevate al cielo, in una preghiera di popolo. Su di lui le speranze, alla fine per un soffio deluse. Messina, Juventus, Inter, le squadre in cui militò in Italia, prima del trasferimento in Giappone a chiudere la carriera.

L’impegno per i migranti

Nato e cresciuto nel popolare quartiere palermitano di San Giovanni Apostolo, non ha mai dimenticato le sue umili origini. A Palermo è tornato per aprire una scuola calcio e, nella stagione 2017-2018, per seguire da direttore tecnico la nascita del progetto dell’Asante, club di Terza categoria composto interamente da atleti migranti: «È giusto dare un’opportunità ai giovani fuggiti dalla loro terra in cerca di un futuro migliore. Il calcio aiuta a superare anche momenti difficili ed è un modo per potersi divertire. A me il pallone ha cambiato la vita, mi auguro che possa farlo con loro». “Totò” Schillaci, eroe di notti magiche, campione anche di umanità.

Il ricordo di monsignor Lorefice

“Con la morte di Totò Schillaci Palermo perde un simbolo di riscatto”, questo il pensiero dell’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice che ricorda Schillaci come “un ragazzo di umili origini che riesce a farsi strada nonostante gli ostacoli e le tante ostilità incontrate lungo il suo cammino, fino a diventare una vera e propria icona dello sport nazionale”. Lorefice ne sottolinea quindi l’impegno “per cercare di dare una possibilità ai giovani che cercavano riscatto o, più semplicemente, di coltivare un sogno”, a partire dall’attività “di scuola calcio portata avanti nel centro sportivo Ribolla o alla mano tesa in favore dei giovani richiedenti asilo dell’Asante Calcio”. L’esempio di Schillaci, per l’arcivescovo, “ci conferma in una pastorale che aderisce alle istanze sociali del territorio e che richiede una corresponsabilità dei fedeli laici delle nostre comunità parrocchiali e delle aggregazioni laicali”.

La camera ardente

In tanti si sono riuniti davanti allo stadio “Renzo Barbera”, a Palermo, dove è stata allestita la camera ardente che sarà accessibile a partire dalle 16 di oggi e fino alle 22, per riaprire domani, dalle 7 alle 22. I funerali, presumibilmente, si svolgeranno venerdì 20 settembre. Su tutti i campi di calcio si rispetterà un minuto di silenzio, mentre il Palermo giocherà la prossima partita in casa con il lutto al braccio.

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