Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Nella storia della Chiesa ci sono donne che hanno lasciato importanti testimonianze, che si sono aperte al dialogo, hanno offerto grandi insegnamenti o si sono spese per il prossimo. A loro vuole dedicare una riflessione accademica il Convegno internazionale interuniversitario “Donne Dottori della Chiesa e Patrone d’Europa in dialogo con il mondo d’oggi”, che è stato presentato oggi a Roma e che si svolgerà il 7 e l’8 marzo alla Pontificia Università Urbaniana. Organizzata, in collaborazione con l’ateneo specializzato nella formazione del clero missionario, dall’Università Cattolica di Avila e dall’Istituto di Studi Superiori sulla Donna del Pontificio Ateneo Regina Apostolorum, l’iniziativa, la prima nel suo genere, vuole anche commemorare il recente 50.mo anniversario, celebrato nel 2020, del dottorato di Caterina da Siena e Teresa d’Ávila, i 400 anni della canonizzazione di quest’ultima, avvenuta il 12 marzo 1622, e ancora il 25.mo anniversario del dottorato di Teresa di Lisieux, che risale al 1997, e il decimo di Ildegarda di Bingen del 2012. Ma non solo. Protagoniste dell’incontro accademico saranno anche le patrone d’Europa proclamate da Giovanni Paolo II nel 1999: Teresa Benedetta della Croce, al secolo, Edith Stein, e Brigida di Svezia, insieme a Caterina da Siena.
Le finalità e il sostegno a progetti missionari
Il convegno, patrocinato dalla Congregazione per le Chiese Orientali, dal Pontificio Consiglio della Cultura e da diversi altri enti fra cui la Comece, vuole far conoscere meglio queste donne della Chiesa, perché il loro messaggio possa offrire luce e speranza nel mondo odierno in trasformazione, lacerato da una grave crisi antropologica, sociale, economica e morale, che si è aggravata con la pandemia, e in particolar modo vuole dare risposte alle principali questioni sull’universo femminile. Presentando l’attualità del loro operato, si vogliono pure offrire spunti che possono ispirare la pastorale della Chiesa. Nella prospettiva missionaria di una Chiesa sinodale, poi, le quote di iscrizione al convegno ed eventuali offerte volontarie sosterranno progetti di alfabetizzazione e formazione giovanile in Libano. In particolare, si vogliono donare aiuti all’orfanotrofio Centre Saint Charbel Fondation Marie Abel della Congregazione delle Suore dei Sacri Cuori, di rito latino, al Father Roberts Institute Special School delle Suore Basiliane Soarite, di rito greco-melchita, all’Oeuvre Sociale de la Jeune Fille Libanaise delle Suore Missionarie del Santissimo Sacramento, di rito maronita.
Gli argomenti del convegno
I panel del convegno riguarderanno “Teresa di Gesù e la comunicazione dell’ineffabile”, “La missione ecclesiale in Teresa di Lisieux”, “Ildegarda di Bingen: spiritualità e cura del creato”, l’”Alleanza educativa” e “Teresa Benedetta della Croce, il contributo di Caterina da Siena nel servizio per il bene comune” e ancora la figura di “Brigida di Svezia: Profetessa d’Europa”. Il 7 marzo sarà dedicato alle donne dottori della Chiesa, l’8 marzo, festa della donna, alle patrone d’Europa. All’evento si sono già iscritte 120 persone di 14 diversi Paesi, fra cui Italia, Spagna, Belgio, Romania, Finlandia, Palestina e alcune nazioni dell’America Latina; 60 parteciperanno on line, gli altri 60 si riuniranno in presenza, ma sono ancora disponibili, nel rispetto delle norme sanitarie, 40 posti.
Il contributo delle donne dottori della Chiesa
“Si tratta di un progetto che è frutto di una collaborazione fra università – ha detto alla conferenza stampa la professoressa Maria del Rosario Sáez Yuguero, rettore dell’Università cattolica di Avila – per una causa comune e che ha anche una finalità solidale. È un’opportunità per far conoscere l’esempio di queste donne oggi”. Il rettore dell’Urbaniana, il professor Leonardo Sileo, ha evidenziato che le donne protagoniste del convegno sono donne concrete, vissute in epoche diverse, che si distinguono per i loro differenti tratti ma che hanno elementi comuni. “Sono donne che hanno influito nella comprensione della Rivelazione; donne che hanno dato l’opportunità di comprendere meglio in che cosa consiste l’intelligenza delle cose spirituali”. Il professor Sileo ha rilevato che così come la Chiesa ha i suoi Padri e Dottori d’Occidente – Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Girolamo e San Gregorio Magno – ora emerge sempre più l’esigenza di guardare e di imparare dalle donne, oltreché dagli uomini. “Sono donne che hanno scritto, che hanno in comune una sorta di inquietudine intellettuale – ha aggiunto il rettore dell’Urbaniana – che con la loro dottrina hanno aiutato a comprendere e a ripensare l’antropologia, la configurazione dell’uomo. E in più hanno avuto pure una vocazione missionaria”. Anita Cadavid, direttrice dell’Istituto di Studi Superiori sulla Donna del Regina Apostolorum, ha, a sua volta, rimarcato che Caterina Da Siena, Teresa D’Avila, Teresa di Lisieux, Ildegarda di Bingen, Edith Stein e Brigida di Svezia si sono inserite bene nelle loro rispettive epoche e che il loro è un messaggio di creatività e di comunione che può gettare luce a questo particolare momento che l’Europa sta vivendo.
Il messaggio delle donne della Chiesa
“È un convegno che vuole essere sinodale – ha sottolineato la professoressa Fermina Álvarez della segreteria organizzativa del convegno – e vuole lasciare emergere una corresponsabilità ecclesiale. I diversi enti che vi partecipano vogliono infatti essere uniti e solidali alle necessità della Chiesa, in particolare in Medio Oriente, per questo saranno sostenuti dei progetti per il Libano”. Le donne di cui parlerà l’incontro di marzo sono sante che hanno tanto da dire con la loro vita e la loro testimonianza, ha affermato la professoressa Álvarez. Donne di grande carisma che hanno partecipato alla vita della Chiesa e hanno combattuto il clericalismo, dalle quali apprendere lo spirito di profezia, lo spirito di contemplazione e di preghiera e lo spirito di comunione e di amore per la Chiesa. E se in diverse università sono svariati i corsi proposti sulla figura della donna nella Chiesa e sul suo contributo oggi, l’auspicio degli organizzatori è che il convegno possa suggerire la creazione di cattedre di ricerca dedicate alle donne dottori della Chiesa.